Il Bitcoin è considerato dal Fisco come una normale valuta internazionale. Di conseguenza è soggetto alla consueta tassazione riservata alle rendite finanziarie. Ecco come fare in dichiarazione dei redditi
Non si ferma la volatilità sul Bitcoin. Ieri, dopo che Tesla ha annunciato che stava iniziando ad accettare pagamenti con la criptovaluta, il Bitcoin ha raggiunto un massimo giornaliero di 57mila dollari. Oggi è arrivata la correzione, con un deciso -9% e con il valore che scende a 51.800 dollari. Nelle ultime settimane è cresciuto l’interesse degli investitori per la moneta virtuale, e per le criptovalute in generale. Ma dal punto di vista fiscale, quale trattamento spetta alla famosa criptovaluta? Occhio ai controlli dell’Agenzia delle Entrate e alla dichiarazione dei redditi.
LA TASSAZIONE DEL BITCOIN
Il Bitcoin è considerato dal Fisco come una normale valuta internazionale, poco importa che sia “virtuale”. Di conseguenza è soggetto alla consueta tassazione riservata alle rendite finanziarie, con le plusvalenze che sono decurtate del 26 per cento di capital gain. Il Bitcoin non è però sempre tracciabile e, quindi, applicare la tassazione non è un processo che avviene in automatico. Si tratta, infatti, di uno strumento finanziario nuovo e non tracciabile con i soliti sistemi fiscali poiché viene scambiato tramite blockchain, più difficilmente verificabile dal Fisco…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.