Una visione perfetta è una questione di testa
MONACO, 8 giugno 2021 /PRNewswire/ — Ciò che vediamo e come vediamo non dipende solo dalla capacità dei nostri occhi, ma aiuta anche il cervello a prendere decisioni ottimali. Gli occhiali Rodenstock con lenti progressive biometriche sono stati progettati considerando la visione nel suo complesso, fornendo così al cervello le migliori informazioni possibili. Tutto ha inizio con una misurazione oculare individuale, effettuata con DNEye® Scanner; Rodenstock è il primo produttore di lenti a operare sulla base di una tecnologia così all’avanguardia, pertanto è in grado di offrire le lenti progressive biometriche più precise sul mercato.
La vista non riguarda solo gli occhi
Affinché il cervello possa elaborare le immagini, queste devono essere convertite in impulsi elettrici. L’occhio si occupa di questo compito: la luce, che entra attraverso la cornea e la pupilla, viene raccolta dal cristallino e proiettata attraverso il corpo vitreo su circa 130 milioni di cellule visive della retina, che la convertono in impulsi elettrici per il cervello. In sostanza, la retina è una parte del cervello che si è sviluppata, durante l’evoluzione, verso l’esterno e che è diventata sensibile alla luce. I fotorecettori sono più densamente raggruppati in un’area di circa 1,5 millimetri al centro della retina. Ma non è solo quest’area, in cui la visione è più nitida, a contribuire al quadro generale: i nostri occhi sono in costante movimento, circa 250.000 volte al giorno, e inviano al nostro cervello anche impressioni sensoriali dalla periferia, o gli “angoli dell’occhio”.
Il cervello confronta tutte le immagini che riceve con le informazioni che ha memorizzato nel corso di una vita. Sulla base di tutti questi dati, forma le impressioni visive che percepiamo in una frazione di secondo.
Il 98% delle lenti progressive non si adatta precisamente agli occhi
Una lente progressiva deve consentire una visione perfetta a tutte le distanze visive. È adatta a coloro che hanno bisogno di occhiali perché in aggiunta alla personale carenza visiva, sviluppano una menomazione visiva a distanza ravvicinata legata all’età, che spesso ha inizio a partire dai 45 anni e rende necessarie lenti progressive. In ultima analisi, il fattore decisivo per un supporto visivo perfetto è un preciso adattamento alle multifocali, che fornisce un supporto ottimale per il campo visivo del portatore. “Da tempo il settore dell’ottica si limita a guardare l’occhio utilizzando un modello standard semplificato, e non considera ogni occhio nella sua individualità. Quasi tutte le lenti progressive sono quindi prodotte in base a parametri fissi, che si applicano solo a una percentuale molto ridotta degli occhi dei portatore di tutto il mondo. Ciò significa che il 98% dei portatori di lenti progressive utilizza lenti che non si adattano precisamente agli occhi”, afferma il Dott. Dietmar Uttenweiler, Responsabile ricerca e sviluppo e marketing strategico per le lenti di Rodenstock. Ad esempio, il valore standard della lunghezza dell’occhio si adatta solo al 14% di tutti gli occhi, la potenza di rifrazione sferica della cornea si adatta al 27%, la potenza di rifrazione astigmatica si adatta al 16% e la profondità della camera anteriore al 25%. Combinando tutti i valori, solo il 2% di tutti gli occhi corrisponde al modello standard. Pertanto, solo il 2% dei portatori di lenti progressive sfrutta appieno il proprio potenziale visivo.
Come ottenere la soluzione perfetta per le multifocali
Una misurazione esatta degli occhi del portatore di lenti è fondamentale se vogliamo sfruttare appieno il potenziale visivo offerto dalle lenti multifocali e se vogliamo che ne siano soddisfatti. “Siamo l’unico produttore di lenti a valutare la biometria dell’intero occhio, includendo lunghezza dell’occhio e diverse migliaia di punti di misurazione”, spiega Anders Hedegaard, CEO del gruppo Rodenstock. “L’ottico effettua le misurazioni con il nostro scanner DNEye® e le invia direttamente per la produzione della singola lente.” In base ai dati, Rodenstock calcola un modello biometrico dell’occhio e lo utilizza per determinare il centro della visione nitida per ogni singolo occhio.
Il risultato è una lente che sostiene gli occhi e il cervello con informazioni ottimali per ogni focalizzazione e angolazione, sia nelle aree periferiche che al centro, da vicino e da lontano, fornendo così la visione più nitida a tutte le distanze e in tutte le condizioni di illuminazione.
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