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In sintesi
- La maturazione delle criptovalute ha portato a una maggiore adozione di prodotti in crypto, inclusi i derivati regolamentati e autorizzati a livello centrale
- Con gli investimenti sostenibili destinati a crescere, i prodotti derivati basati su un indice saranno fondamentali per la copertura dall’esposizione agli strumenti ESG
Il 2021 è stato un anno molto importante nel mondo dei mercati finanziari. Abbiamo assistito a una rivoluzione nel settore del trading retail e a un maggiore entusiasmo nell’ambito delle criptovalute. Nel frattempo i parametri ambientali, sociali e di governance (ESG) hanno gettato radici sempre più profonde all’interno delle istituzioni finanziarie. Man mano che proseguirà l’anno, credo che questi trend entusiasmanti probabilmente saranno al primo posto nella mente di molti investitori azionari e dei mercati alternativi.
Con l’avvicinarsi a settembre di quest’anno della fase 6 delle Uncleared Margin Rules (UMR), ovvero le norme sul margine per i derivati non liquidati, un altro fondamentale tema saranno la percentuale del lato acquisti che entrerà nell’ambito di applicazione delle UMR e l’obbligo di registrare un maggior margine iniziale su un’ampia varietà di strumenti, compresi i derivati azionari non liquidati.
Diversificazione tramite le criptovalute
In vista del 2022, i clienti hanno smesso di chiedersi “Dovrei investire in criptovalute?” e hanno invece cominciato a domandarsi “Quanto dovrei investire in criptovalute?” Soprattutto in un contesto di crescente inflazione, i clienti stanno cercando di aggiungere esposizione alle criptovalute per diversificare i loro portafogli con rendimenti non correlati.
Le persone sono oramai sempre più informate e comprendono come le crypto possono essere aggiunte ai portafogli; questo ha portato a una maggiore adozione di prodotti in criptovalute, nello specifico di crypto derivati regolamentati e autorizzati a livello centrale. Poter accedere a un mercato nuovo (e ancora relativamente nascente) in maniera affidabile tramite prodotti regolamentati come futures e opzioni, ha permesso ai clienti istituzionali di fare investimenti e trading di asset come Bitcoin ed Ethereum. Questa tendenza sicuramente proseguirà anche quest’anno.
Anche la costante innovazione dei nuovi micro contratti di dimensioni adeguate accanto ai crypto futures di dimensioni maggiori consentirà l’implementazione di strategie tradizionali di equitizzazione e di investimento. Gli investitori istituzionali esperti nella gestione del rischio vedranno una sempre maggiore espansione della base degli operatori di mercato, attirando così più trader individuali sofisticati e attivi.
Derivati ed ESG
L’ascesa dei fattori ESG all’interno della finanza è stata fonte di ispirazione. I fattori ESG sono passati dall’essere una semplice considerazione accademica a un elemento di molte decisioni di investimento. Questo fa sì che essi influenzino sempre di più i mercati azionari, obbligazionari e delle materie prime, come evidenziato dal lancio di prodotti più solidi per lo screening degli indici e per le compensazioni delle emissioni di CO2. Dato che quest’anno gli investimenti sostenibili sono destinati a crescere, lo è anche la necessità di soluzioni di risk management che siano specificamente adattate ai criteri ESG.
La gestione del rischio deve essere semplice ed economica; il raggiungimento di questo obiettivo attraverso derivati basati su versioni ESG di benchmark esistenti, come i futures sull’indice S&P 500 ESG, consente alle società di investimento di gestire i rischi specifici relativi ai fattori ESG in modo efficiente e liquido. I futures sull’S&P 500 ESG consentono ai fondi di soddisfare l’allocazione target in modo più efficiente in termini di liquidità rispetto all’investimento diretto nei titoli sottostanti. Questo, da ultimo, consente di incanalare maggior capitale verso investimenti sostenibili.
L’uso di prodotti derivati basati su indici con una metodologia di calcolo affidabile sarà fondamentale per coprire efficacemente le diverse forme di esposizione ai criteri ESG. Uno di questi esempi è l’indice S&P 500 ESG di S&P Dow Jones Indices, considerato conforme all’articolo 8 della Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR) dell’UE.
La fase 6 delle UMR
Un regolamento chiave che quest’anno attirerà ulteriore attenzione da parte della comunità del lato acquisti è quello delle UMR. La soglia dell’importo nozionale medio aggregato (AANA) passerà da 50 miliardi di euro nella fase 5 a 8 miliardi nella fase 6, e così a partire da settembre di quest’anno una percentuale nettamente maggiore di fondi entrerà a far parte del campo di applicazione delle UMR. A questi fondi sarà poi richiesto di registrare il margine iniziale sui derivati over-the-counter (OTC) non liquidati. L’International Swaps and Derivatives Association stima che ben 775 controparti rientreranno nella fase 6 delle UMR, contro le 314 controparti della fase 5.
Finora l’attenzione si è comprensibilmente concentrata sugli strumenti legati ai cambi valutari e ai tassi; tuttavia gli equity swap sono in qualche modo usciti dal radar delle UMR, nonostante venga attribuito alle azioni OTC un margine iniziale più elevato rispetto ad altre classi di investimento; è probabile che nel corso di quest’anno la situazione cambierà, poiché l’efficienza dei margini diventerà un fattore sempre più importante per gli operatori di mercato.
Pertanto, è probabile che si presterà una maggiore attenzione all’efficienza dei margini fornita dai futures azionari quotati e liquidati. Così gli operatori possano ridurre al minimo il calo di performance e le spese create dall’aumento dei requisiti iniziali di margine imposti agli equity swap non liquidati dalle UMR.
In vista di quest’anno
Un fattore importante da sottolineare è che il denominatore comune di questi tre temi chiave è l’aumento dei costi di settore, una costante sfida per il lato acquisti. Proseguendo nel 2022, le società di investimento guardano all’applicazione dei prodotti in criptovalute ed ESG nei loro portafogli. In parallelo questesi trovano a dover aderire ai cambiamenti normativi e diventare più efficienti in termini di costi. In questo senso l’uso di derivati quotati per gestire il rischio e migliorare i rendimenti diventerà ancora più importante.
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