Le norme restrittive del governo cinese verso le società tecnologiche stanno spingendo diversi giganti tech a lasciare il paese dopo che già Microsoft aveva chiuso di LinkedIn
Proseguono gli addii al mercato cinese da parte delle grandi società tecnologiche americane, sempre più colpite dalle politiche restrittive della libertà imposte dalle istituzioni locali. Questa volta è il turno di Yahoo, la quale ha motivato la sua decisione di lasciare la Cina come conseguenza di un “sempre più difficile ambiente operativo e legale”. Nella nota diffusa dalla società si annunciava che già da ieri, 1° novembre, i servizi del gruppo non risultano più accessibili in Cina, aggiungendo di essere sempre impegnata per i diritti dei suoi utenti “per un internet libero e aperto”.
LINKEDIN E IL CONTESTO DIFFICILE
La decisione di Yahoo arriva a poche settimane dall’annuncio di Microsoft relativo alla chiusura della versione cinese di LinkedIn, di proprietà della società fondata da Bill Gates. La scelta di Microsoft era seguita alla chiusura di diversi profili di attivisti per la difesa dei diritti umani, di accademici e di giornalisti da parte di Pechino, con l’accusa di diffondere contenuti vietati. Si trattava dell’applicazione delle misure sempre più stringenti contro le società tecnologiche decise in Cina nei mesi scorsi, con le quali si creava un clima sempre più difficile per le grandi società tecnologiche, comprese quelle cinesi…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.