Mentre il tavolo con i francesi procede lontano dai riflettori, sul fronte interno prende corpo l’operazione piemontese. Dagli advisor alle fondazioni, il risiko bancario torna ad accendersi
Avanti a fari spenti, ma con il motore acceso. È così che Banco Bpm si starebbe muovendo oggi su due tavoli strategici: da un lato l’acquisizione di Crédit Agricole Italia, dall’altro il consolidamento territoriale con Banca di Asti, di cui possiede già il 9,9 %. Il Corriere della Sera rivela che sul fronte piemontese sarebbero in corso contatti diretti tra l’istituto guidato da Giuseppe Castagna, la banca e la Fondazione Cr Asti, che ha dato mandato a Equita per valorizzare il proprio 31,8 %. La quota, valutata circa 174 milioni, rappresenta l’80 % del patrimonio della Fondazione, vincolata dal protocollo Acri-Mef a ridurla.
BANCO BPM E L’OPERAZIONE BANCA D’ASTI
Secondo i rumors raccolti dal Corriere, la Fondazione Cr Asti avrebbe ricevuto tre offerte di acquisto, una delle quali sarebbe proprio di Banco Bpm. L’obiettivo di Piazza Meda sarebbe salire al controllo della banca piemontese, con 210 sportelli tra Piemonte e Veneto, senza sovrapposizioni territoriali con la rete esistente del gruppo. L’interesse non si fermerebbe ad Asti: nel mirino anche Banco Desio e la Popolare di Puglia e Basilicata, realtà che condividono la distribuzione dei prodotti Anima, partecipata per il 90 % da Banco Bpm.
Un mosaico che, se ricomposto, rafforzerebbe il posizionamento nel Nord-Ovest e nel credito retail, cuore storico dell’ex popolare milanese…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.