Lo sottolinea Generali Asset Management in un commento di Antonio Cavarero: mercati e economie esposti a inflazione da petrolio, con impatto sulla crescita e con forte volatilità
Il recente attacco di Israele all’Iran rappresenta una significativa escalation del conflitto, ma le preoccupazioni sono ancora più alte a fronte di un possibile intervento USA. Il prezzo del petrolio è il principale canale di contagio per i mercati globali, e ulteriori escalation potrebbero portare a un aumento significativo dei prezzi. Il peggior scenario sarebbe o la distruzione degli impianti o la chiusura dello Stretto di Hormuz da parte dell’Iran dove passa circa il 25% del petrolio mondiale via mare. In teoria, l’Iran non dovrebbe avere interesse a creare ulteriori difficoltà alla sua economia, né a infastidire l’Arabia Saudita, ma a fronte di una forte riduzione del flusso di petrolio, il prezzo potrebbe salire fino a 100-130 dollari.
IMPATTO INFLAZIONE DA PETROLIO SULLE ECONOMIE AVANZATE
Sono le indicazioni di Antonio Cavarero, Head of Investments di Generali Asset Management, che in un commento sulla guerra tra Israele e Iran aggiunge che l’aumento dei prezzi del petrolio avrebbe un impatto inflazionistico sulle economie avanzate. Per ora, il mercato resta ampiamente rifornito e ancora sotto i livelli di un anno fa in area 80 dollari, limitando le preoccupazioni e tenendo ancorate le aspettative di inflazione, Ma la Fed e in misura minore la BCE potrebbero decidere di ritardare i tagli dei tassi fino all’autunno in attesa di dati più chiari su economia e inflazione…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.