La Commissione europea sta valutando la possibilità di introdurre approvazioni di emergenza dei vaccini anti-Covid che rappresenterebbero un’alternativa più celere rispetto alle lunghe procedure di autorizzazione condizionata all’immissione in commercio impiegate finora, riferisce Reuters.
- Questo eventuale cambiamento arriva in un momento in cui la Commissione si trova sotto pressione per via delle lente procedure di approvazione dei vaccini, che stanno contribuendo a un’implementazione più lenta dei vaccino contro il COVID-19 rispetto agli Stati Uniti e alla Gran Bretagna.
- L’Agenzia europea per i medicinali (EMA) ha concesso l’autorizzazione al vaccino Pfizer Inc (NYSE:PFE)/BioNTech SE (NASDAQ:BNTX) alla fine di dicembre 2020, diverse settimane dopo l’approvazione nel Regno Unito e negli Stati Uniti.
- Inoltre, per il farmaco di Johnson & Johnson (NYSE:JNJ) l’approvazione da parte dell’UE arriverà probabilmente l’11 marzo, mentre quella della Food and Drug Administration ha avuto luogo il 28 febbraio.
- Un funzionario dell’Unione Europea ha affermato che la procedura di emergenza è stata utilizzata solitamente a livello nazionale per i malati terminali e che l’UE aveva preferito piuttosto la più lunga procedura di autorizzazione condizionata all’immissione in commercio i quanto i vaccini “si iniettano a persone sane”, e il rischio era sproporzionato.
- L’EMA ha concesso l’autorizzazione a tre vaccini, ovvero Pfizer/BioNTech, Oxford-AstraZeneca Plc (NYSE:AZN) e Moderna Inc (NASDAQ:MRNA), ma i Paesi dell’UE possono individualmente concedere l’autorizzazione di emergenza ad altri farmaci.
- Oltre a una lenta adozione dei vaccini, l’UE sta anche affrontando problemi di fornitura e di distribuzione che hanno portato alla disintegrazione della strategia vaccinale unificata europea.
- Secondo i dati dell’OMS, soltanto il 5,5% della popolazione dell’UE ha ricevuto la prima dose di uno dei vaccini approvati.
- Ora alcuni Paesi membri stanno guardando fuori dall’euroblocco nel tentativo di garantirsi i vaccini contro il coronavirus; questa settimana i leader di Austria e Danimarca visiteranno Israele per discutere della futura produzione dei vaccini e delle opzioni di fornitura.
- Altri Paesi UE come Slovacchia e Ungheria si sono rivolti, rispettivamente, a Russia e Cina per ricevere dei vaccini non approvati in Europa.
- L’approvazione da parte della Slovacchia del vaccino Sputnik V si basa sugli studi condotti in Russia e su una valutazione complessiva del vaccino da parte di esperti del Paese.
- All’inizio di febbraio l’Ungheria ha iniziato a vaccinare con lo Sputnik V; l’Ungheria è anche il primo Paese dell’UE ad aver lanciato il vaccino cinese Sinopharm, che l’EMA non ha approvato.
- La frattura nella strategia centralizzata dell’UE arriva nel mezzo di un’evoluzione all’interno dell’Eurozona riguardo al vaccino di AstraZeneca.
- La Francia ha consigliato il vaccino di AstraZeneca a chiunque abbia meno di 75 anni (rispetto al precedente limite di età di 65 anni), compresi coloro con problemi di salute preesistenti.
- In base ai risultati di uno studio di piccole dimensioni, i vaccini AstraZeneca-Oxford e Pfizer/BioNTech hanno efficacemente prevenuto i contagi, i ricoveri e i decessi da COVID-19.
- Movimento dei prezzi: all’ultimo controllo, nella sessione pre-market di mercoledì, le azioni MRNA sono in aumento dell’1,2% a 148,5 dollari, AZN registra un incremento dello 0,7% a 48,05 dollari e le azioni PFE sono in rialzo dello 0,8% a 33,77 dollari; martedì le azioni JNJ hanno chiuso in ribasso dello 0,2% a 159,02 dollari e BNTX ha perso il 4,8% a 104,98 dollari.