PGIM, in un commento di Matthew Harvey, analizza in particolare il segmento delle Obbligazioni PIK, uno strumento che offre rendimenti elevati ma da maneggiare con cura
La crescita segnata dal credito privato dalla crisi finanziaria del 2008 ha attratto gli investitori in cerca di rendimenti stabili, spread interessanti e flessibilità, e resilienza in fasi di turbolenza azionaria. Ma gli investitori devono tener conto di un rischio importante: in questo segmento molti nuovi gestori non hanno l’esperienza necessaria a orientarsi nelle complesse condizioni attuali, e le politiche commerciali, la geopolitica e l’inflazione potrebbero metterli alla prova. Questi stessi fattori potrebbero però anche offrire opportunità grazie a tassi di base più elevati e spread più ampi.
AZIENDE MOLTO INDEBITATE SOTTO PRESSIONE
Partendo da queste considerazioni, Matthew Harvey, Head of Direct Lending, analizza le prospettive per il credito privato nella seconda metà dell’anno con un focus sulle Obbligazioni PIK, che sta pe payment-in-kind, danno la possibilità di reinvestire la cedola e permettono ai mutuatari di posticipare il pagamento degli interessi aggiungendo quelli non pagati al capitale del prestito. L’esperto di PGIM sottolinea che la selezione è fondamentale e che sono strumenti da maneggiare con cura, perché dal 2022 l’aumento dei tassi ha messo sotto pressione le aziende con un forte indebitamento, con molte che si trovano ora a dover pagare interessi superiori al flusso di cassa…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.