La Cina, grande importatore di petrolio, sembra aver esagerato contando sulla ripartenza post-Covid e ora potrebbe arrivare un contraccolpo sui prezzi energetici globali. Uno scenario positivo per i tassi d’interesse
Nella prima metà degli Anni 10 il prezzo del petrolio viaggiava ostinatamente in area 100 dollari, reduce dalla caduta verticale seguita alla crisi finanziaria globale e del successivo violento rimbalzo. Non c’erano ragioni economiche fondamentali, con l’economia americana in ripresa e quella europea ancora stressata dalla crisi del debito, ma non mancavano quelle contingenti. Prima tra tutte le tensioni in Medio Oriente, con l’Isis che guadagnava ampi territori tra Iraq e Siria sull’onda delle turbolenze scatenate dalle ‘primavere arabe’. Poi, a metà del 2014, il mercato decise che un petrolio a 100 dollari non era giustificato e riportò bruscamente il prezzo in un range tra i 50 e i 70 dollari dove rimase sostanzialmente fino al doppio shock, prima la paralisi dell’attività globale indotta dal Covid, che fece precipitare le quotazioni, e poi la violenta ripartenza con le strozzature degli approvvigionamenti, cui a inizio 2022 si sovrappose l’impatto dell’aggressione russa all’Ucraina, che riportò le quotazioni fino vicino ai 120 dollari.
LE RAFFINERIE CINESI GIRANO AL MASSIMO, MA PER QUANTO?
Poi si è assestato in area 80 dollari, con le quotazioni delle ultime settimane sostenute anche questa volta da motivi contingenti, come i tagli produttivi dei sauditi, i blocchi di produzione in Libia e Nigeria. Ma un petrolio a 80 dollari quanto è giustificato da un’economia globale che, dagli USA all’Europa, tiene bene ma rallenta? Tra i fattori di supporto al petrolio c’è un’anomalia, segnalata recentemente dal WSJ, che guarda caso si chiama Cina. La grande economia, primo consumatore di petrolio al mondo, è in netta frenata dopo la ‘falsa ripartenza’ seguita all’uscita dall’emergenza Covid, ma le sue raffinerie continuano a girare a pieno ritmo e continuano a produrre diesel (soprattutto), benzina e kerosene come se il PIL stesse correndo a due cifre mentre viaggia a un modesto 5%…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.