Le dinamiche macroeconomiche continuano a sostenere le nazioni emergenti mentre l’inflazione in calo garantisce a molte banche centrali un certo margine di manovra per tagliare i tassi di interesse
Dall’inizio dell’anno il debito emergente ha registrato performance che non hanno deluso gli investitori: le obbligazioni in “hard currency” segnano un +10,6%, quelle corporate un +7,2% e le emissioni in valuta locale addirittura +15,4% grazie alla debolezza del dollaro. “I fondamentali dei mercati emergenti rimangono solidi. Il netto miglioramento del rating creditizio è sostenuto da un numero di upgrade di gran lunga superiore ai downgrade. Dal 2024 non ci sono stati fallimenti di fondi sovrani, mentre i default di fondi corporate sono in calo rispetto agli scorsi anni” tiene a precisare Raza Agha, Head of Emerging Market Sovereign Strategy di L&G.
DINAMICHE MACROECONOMICHE FAVOREVOLI
La conferma che le dinamiche macroeconomiche continuano a sostenere i paesi in via di sviluppo arriva dalle stime del Fondo Monetario Internazionale (Fmi) che prevede una loro crescita del 4% per il 2025, ben al di sopra dell’1,5% previsto per le economie avanzate come Usa, Uk, Giappone e Germania. “Inoltre, l’inflazione mostra una tendenza ribassista che fornisce a molte banche centrali un certo margine di manovra per tagliare i tassi di interesse, con alcune che hanno già cominciato a farlo (come mostrato dall’America Latina)” aggiunge Agha…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.