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L’asset manager californiano TCW mette in guardia sull’affidabilità dei prezzi di mercato raggiunti dagli asset a rischio e sulla possibilità che le politiche monetarie determinino un deterioramento delle valute
Gli investitori si stanno confrontando con il contrasto tra le difficoltà che hanno investito le economie a causa dello shock da pandemia e il rally dei mercati finanziari che si sono spinti a livelli record. La spiegazione più condivisa di questo fenomeno apparentemente contraddittorio è che i mercati sono orientati al futuro e di conseguenza tendono a incorporare nei prezzi le riprese economiche prima che arrivino. Ma, argomenta Craig Blum, Portfolio Manager di TCW, un asset manager globale basato a Los Angeles, ci sono anche ragioni più profonde, analizzate in un commento dal titolo: “Il ‘nuovo nominale’: perché non ci si può più fidare dei prezzi di mercato”.
IL NUOVO NOMINALE
Blum ritiene che sia in atto una radicale trasformazione nel modo in cui vengono generati i prezzi nominali degli asset rischiosi, che sta alla base del divario tra andamento di economie e mercati e indica con l’espressione ‘nuovo nominale’ proprio questo fenomeno, nel quale i prezzi di mercato sono meno affidabili e offrono informazioni meno accurate sul reale valore degli asset. Secondo Blum questo è dovuto a diversi fattori, il principale dei quali è rappresentato dall’enorme quantità di misure di stimolo monetario che negli ultimi anni sono rimaste in vigore più a lungo di quanto mai avvenuto…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.