Richard Briggs, Investment Manager, responsabile strategie sul credito sovrano dei Mercati Emergenti in valuta forte di GAM, sottolinea il notevole ri-prezzamento dell’asset class e la netta riduzione del downside
L’asset class del debito emergente in valuta forte ha indubbiamente avuto un inizio d’anno particolarmente difficile. Ma nonostante i noti venti contrari si è ora ri-prezzata notevolmente, aprendo a nuove opportunità. Lo sostiene un commento a cura di Richard Briggs, Investment Manager, responsabile delle strategie sul credito sovrano dei Mercati Emergenti in valuta forte di GAM, osservando che se il 2022 si fosse concluso in aprile, sarebbe stato l’anno peggiore per il principale benchmark in valuta forte dal 1994, anno della crisi del peso messicano.
LA SPINTA DEI TREASURY USA
L’andamento negativo è stato causato in gran parte dai Treasury USA. Briggs spiega che le aspettative sul ritmo del ciclo di rialzi dei tassi negli Stati Uniti nei prossimi 1 o 2 anni hanno indotto un ingente ri-prezzamento con un allargamento degli spread, in larga parte dovuto all’Ucraina, alla Russia e alla Bielorussia. Le ultime due sono state ora rimosse dagli indici JP Morgan, mentre l’Ucraina rimane ma con una quota molto minore. Gli spread erano già ampi, in particolare nell’High Yield emergenti, all’inizio di quest’anno. Anche se rettificati in base agli emittenti in difficoltà, gli spread dell’HY dei Mercati Emergenti trattano, o sono prossimi, agli spread più ampi degli ultimi dieci anni, escluso il sell-off del marzo 2020…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.