Dal piano di Donald Trump per il cessate il fuoco in Medio Oriente, alle prime fasi di questo programma: cosa aveva in mente il Potus e cosa conta realmente
Fa sorridere il fatto che uno dei più importanti premi del mondo, destinato a chi ha portato benefici all’umanità, sia stato creato dall’inventore della dinamite. La storia è nota: nel 1895, Alfred Nobel decise di destinare quasi l’intero ricavato della sua scoperta alla creazione di un fondo che premiasse delle persone meritevoli. Lui che da alcune pubblicazioni era stato definito un mercante di morte, volle trasformare la sua eredità in un simbolo di pace, progresso e conoscenza condivisa.
Oggi il premio Nobel per la pace è forse il più apprezzabile riconoscimento che qualcuno possa ricevere; anche se per qualcun altro sarebbe più corretto dire “bramare”. Sì perché per ammissione dello stesso Trump, lui sarebbe un ottimo profilo per quest’onorificenza, specialmente visto il suo impegno nel piano di cessate il fuoco per il Medio Oriente. Senza entrare negli effettivi meriti del presidente Usa, o nel merito della sua candidatura, ciò che conta è il rispetto di questo piano per la pace, perché non sia “solo” una tregua, ma l’inizio di un cammino positivo per i territori interessati.
L’OSSESSIONE PER LA PACE
Il giorno dopo l’annuncio dell’accordo tra Palestina e Israele, sulle prime pagine di (quasi) tutti i giornali campeggiavano due parole: ‘tregua’ e ‘pace’. Sotto l’influenza di Trump, e non solo, il governo israeliano ha sottoscritto il piano per il cessate il fuoco con Hamas, dando il via al processo di liberazione dei prigionieri da ambo le parti. C’è chi dice che il presidente Usa sia stato importante per trovare questo accordo, e chi, invece, lo avrebbe addirittura proposto per il Nobel. Lui stesso lo vorrebbe, anzi, Barron’s scrive che ne è addirittura ossessionato. Come sottolinea il settimanale americano, nell’ultimo periodo Trump non ha perso una sola occasione per elencare i suoi meriti (a suo dire) nel far cessare molte guerre, a volte anche affrettandosi a dare lui stesso l’annuncio. A Donald, però, importa poco che molte delle affermazioni siano inaccurate o inesatte: per esempio, parlava di aver quietato le tensioni tra Israele e Iran, pur avendo ordinato attacchi militari contro il programma nucleare iraniano. Non proprio un plus per chi punta al Nobel per la pace. È vero, l’accordo per il Medio Oriente porta la sua firma, e nell’ultimo periodo si è parlato molto della sua influenza, ma la commissione per il Nobel è stata perentoria: le candidature scadono il 31 gennaio, e la decisione viene presa tra agosto e settembre. Certo, magari l’autocandidatura di Trump è arrivata un po’ tardi, però il Tycoon può rincuorarsi: parlando di pace, c’è stato chi ne ha scritto un libro guardando proprio agli Stati Uniti…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.