L’inflazione negli Stati Uniti migliora ma l’obiettivo del 2% della Fed sembra lontano mentre l’economia USA è più solida di quella europea: per Steven Bell (Columbia Threadneedle Investments) il rialzo dei tassi americani rimane molto probabile
Il rialzo senza soluzione di continuità del prezzo del gas naturale in Europa (in questi giorni ha sfondato la soglia dei 300 euro per megawattora) proietta per quest’inverno una recessione in Europa e nel Regno Unito. Al contrario l’economia statunitense continua a mostrarsi solida. “Tuttavia” fa sapere Steven Bell, Chief Economist EMEA di Columbia Threadneedle Investments “nonostante una serie di buone notizie sull’inflazione negli Stati Uniti, sarà quasi impossibile centrare l’obiettivo del 2% e la Federal Reserve dovrà continuare ad alzare i tassi di interesse fino a quando non riuscirà a provocare una recessione”.
LA SITUAZIONE NEGLI STATI UNITI SI È STABILIZZATA
Rispetto a giugno la situazione negli Stati Uniti si è stabilizzata. La curva dei rendimenti resta invertita (segnale che in passato ha spesso preannunciato una recessione), ma il prezzo della benzina è sceso da 5 a 4 dollari al gallone, le richieste di disoccupazione si sono arrestate su un livello contenuto e la forza della spesa dei consumatori statunitensi ha sorpreso i pessimisti. Resta il fatto che una serie di commenti da falco da parte dei membri della Fed ha dissipato le speranze che la banca centrale USA possa smettere di aumentare i tassi in tempi brevi..
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.