Mauro Valle, head of fixed income di Generali Asset Management, valuta le prossime mosse di Fed e BCE e spiega come posizionarsi correttamente sulla duration per mitigare possibili momenti di avversione al rischio
I tassi sono scesi ai minimi dell’anno sia in Usa che nell’Eurozona, spinti da aspettative di tagli delle banche centrali e da un rallentamento economico, oltre che dal calo dell’inflazione. La Fed ha deciso di tagliare 50 punti base il 18 settembre, più di quanto previsto dal consenso, per garantire un atterraggio morbido all’economia statunitense. Il rendimento del Treasury è arrivato a toccare il 3.6% dopo dati del lavoro più deboli del previsto, mentre l’inflazione sembra in discesa. Il mercato è in un contesto di incertezza, alimentato anche dai rischi geopolitici e dalle elezioni Usa. Il tutto si traduce in una aspettativa superiore ai 4 tagli della Fed entro fine anno, con la possibilità di altri 50 punti, facendo dis-invertire la curva dei rendimenti e tornare positivo lo spread tra quelli a 10 e 2 anni.
LA BCE POTREBBE ACCELERARE SE LA FED SPINGE
Mauro Valle, head of fixed income presso Generali Asset Management, parte di Generali Investments, sintetizza così le ultime evoluzioni Usa, aggiungendo che la Bce ha tagliato come da attese a settembre ma senza indicazioni sulle riunioni successive, ribadendo l’approccio meeting per meeting e dipendente dai dati. Nelle revisioni delle stime d’inflazione ha confermato la convergenza al 2% ma solo nella seconda metà del 2025, aspettandosi un livello ancora relativamente alto tra la fine 2024 e inizio anno. Riviste al ribasso anche le previsioni di crescita dell’Eurozona, soprattutto per il manifatturiero tedesco. Il prossimo taglio dovrebbe essere atteso a dicembre, ma potrebbe accelerare nel prossimo anno, soprattutto se la Fed dovesse decidere 50 punti…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.