La casa d’investimento continua a considerare qualsiasi allargamento degli spread o della duration in aree selezionate del fixed income come un’opportunità per aumentare l’esposizione
Lo stress nei mercati delle obbligazioni corporate è spesso, in generale, un campanello d’allarme per gli asset rischiosi. E’ stato così all’inizio degli anni 2000, prima dello scoppio della bolla dotcom, e nel 2007 alla vigilia della Grande Crisi Finanziaria. Lo stesso nel 2015–2016, durante la crisi del settore energetico, ma anche alla fine del 2018, poco prima del cambio di rotta della politica monetaria della Federal Reserve e, più di recente, tra il 2021 e il 2022, con lo shock inflazionistico.
POCHI SEGNALI DI STRESS PIU’ AMPIO, TANTOMENO SISTEMICO
In ciascuna di queste fasi, un significativo allargamento degli spread creditizi degli indici ha anticipato i ribassi azionari di uno fino a quattro mesi. “Al momento vediamo pochi, se non nessun, segnale di stress più ampio, tantomeno sistemico – tiene a sottolineare Maya Bhandari, Chief Investment Officer, Multi-Asset Strategies, EMEA, di Neuberger Berman – La maggior parte degli spread creditizi misurati dagli indici si colloca nella fascia storica più bassa. Inoltre, i bilanci societari restano solidi, la crescita economica appare orientata a una moderata accelerazione e le condizioni di liquidità sono sostenute da un orientamento tendenzialmente più espansivo sia della politica monetaria che di quella fiscale”…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.