Il progetto del ponte sullo Stretto di Messina torna al centro del dibattito politico, ma tra le stime ufficiali e la realtà economica si nasconde un rischio concreto: che il peso finanziario ricada sui contribuenti anziché sui pedaggi. A evidenziarlo sono gli economisti Domenico Marino e Leonzio Rizzo, che smontano le proiezioni ottimistiche e chiedono trasparenza sui costi di gestione e manutenzione.
Cosa è successo
Secondo le analisi, i ricavi previsti dai pedaggi — stimati tra 4 e 10 euro per le auto — non sarebbero sufficienti a coprire i costi operativi. Con un traffico annuo di 2 milioni di auto e 1 milione di camion, i ricavi si attesterebbero a circa 40 milioni di euro, mentre i costi di gestione e manutenzione ammonterebbero a 113 milioni l’anno, tra spese ordinarie (70 milioni) e straordinarie (43 milioni). Ciò significa che i pedaggi coprirebbero appena il 35% delle spese.
Per raggiungere l’equilibrio, le tariffe dovrebbero salire a 28 euro per le auto e 56 per i camion, cifre simili a quelle attuali dei traghetti, vanificando il presunto vantaggio economico. Inoltre, le proiezioni di traffico — che prevedono 10,5 milioni di veicoli entro il 2062 — appaiono poco credibili, dato il trend in calo degli ultimi decenni.
Perché è importante
Il rischio principale è che il conto finale venga scaricato sulla fiscalità generale, con trasferimenti pubblici che potrebbero sottrarre risorse a settori strategici come sanità, ferrovie e digitalizzazione del Sud. Il ponte, pur legittimo come scelta infrastrutturale, non può essere presentato come “autosufficiente” senza un piano economico-finanziario trasparente e verificabile.
Il confronto con il Golden Gate Bridge, pur più corto, mostra come i costi di manutenzione possano raggiungere livelli insostenibili. In assenza di dati chiari, il progetto rischia di diventare un altro debito infrastrutturale a carico dello Stato, alimentando la “socializzazione delle perdite” dopo la “privatizzazione dei benefici politici”. La vera domanda non è se costruire il ponte, ma chi lo pagherà davvero.
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Foto: Tendo/Shutterstock