Dal prossimo 1° settembre i buoni pasto costeranno meno agli esercenti. Grazie a una misura inserita nel ddl Concorrenza, le commissioni applicate da parte delle società emettitrici non potranno superare il 5% del valore nominale del ticket. Una piccola percentuale, che però fa una grande differenza per migliaia di imprese del settore food & beverage.
Cosa è successo
L’annuncio è arrivato direttamente da Fiepet Confesercenti, la federazione degli esercenti pubblici. Il presidente Giancarlo Banchieri ha definito la misura come un successo atteso da tempo: “È una boccata d’ossigeno per bar, ristoranti e pubblici esercizi“, ha dichiarato, ricordando quanto finora il sistema fosse gravoso per le imprese. In passato, le commissioni potevano arrivare anche oltre il 20%, erodendo margini già sottili.
Con questo tetto al 5%, gli esercenti risparmieranno complessivamente fino a 400 milioni di euro all’anno. Un taglio netto ai costi di gestione, in un momento storico in cui ogni euro conta. La misura arriva mentre molte attività ancora faticano a recuperare pienamente i livelli pre-pandemia.
Non è solo un vantaggio per chi emette lo scontrino: il contenimento delle commissioni potrebbe generare un effetto domino anche sui consumatori. Banchieri auspica un circolo virtuoso, in cui più esercenti accetteranno i buoni pasto, ampliando così l’utilizzo di questo strumento da parte dei lavoratori.
Resta però una nota di attenzione. Fiepet invita a vigilare sulle società emettitrici, affinché non compensino la perdita con nuove clausole peggiorative nei contratti, come ad esempio l’allungamento dei tempi di pagamento. Un rischio concreto che potrebbe vanificare parte dei benefici ottenuti.
Perché è importante
Oltre al tetto sulle commissioni, Confesercenti rilancia una proposta già nota ma mai realizzata: aumentare da 8 a 10 euro il tetto di esenzione fiscale per i buoni pasto digitali. «È il momento giusto per farlo, con la prossima legge di Bilancio», ha detto Banchieri. A beneficiarne sarebbero tanto i lavoratori, che potrebbero contare su un potere d’acquisto maggiore, quanto le imprese che offrono questo benefit.
L’esenzione fiscale attuale è ferma a 8 euro per i buoni digitali, mentre per quelli cartacei si è scesi a 4 euro, proprio per incentivare la transizione al formato elettronico. Portare il tetto a 10 euro renderebbe i ticket ancora più attrattivi, in un periodo di inflazione percepita ancora elevata, soprattutto nella ristorazione.
Il tema dei buoni pasto si intreccia con dinamiche economiche più ampie: è anche una leva per sostenere i consumi interni, specialmente nel settore della ristorazione, che in Italia rappresenta una voce importante dell’economia quotidiana. Con oltre 3 milioni di lavoratori che ricevono buoni pasto, ogni intervento su questo fronte ha ricadute diffuse.
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Foto: Shutterstock