Eni ha compiuto un passo strategico significativo siglando con Commonwealth Fusion Systems (Cfs) un maxi accordo per l’acquisto di energia da oltre 1 miliardo di dollari. L’intesa consolida la partnership già avviata tra le due società e apre la strada a quella che potrebbe rivelarsi una delle più importanti rivoluzioni energetiche del prossimo decennio. Gli investitori, intanto, osservano da vicino l’andamento delle azioni, che si muovono all’interno di uno stretto trading range.
Cosa è successo
Il Power Purchase Agreement (PPA) prevede che Eni acquisti elettricità decarbonizzata prodotta da Arc, l’impianto da 400 MW di Cfs situato in Virginia, il cui collegamento alla rete è previsto all’inizio degli anni 2030. Per il CEO Claudio Descalzi, si tratta di un passo che trasforma la fusione nucleare da prospettiva a opportunità industriale concreta, rendendola un possibile paradigma per un’energia pulita, sicura e quasi inesauribile.
Dal punto di vista tecnico, le azioni Eni hanno registrato ieri una flessione dell’1,46%, chiudendo a 14,862 euro. Dopo un forte movimento ribassista in apertura, il titolo resta però impostato graficamente su un trend positivo partito dal minimo di aprile (11,010 euro) e sostenuto da indicatori tecnici che segnalano una possibile ripresa verso area 15,360 euro. Attualmente i corsi oscillano in un range compreso tra 14,476 e 15,346 euro, senza una chiara direzionalità.
Perché è importante
L’accordo rafforza il posizionamento di Eni come player internazionale nell’innovazione energetica e potrebbe rappresentare un vantaggio competitivo di lungo periodo. Per il mercato, il segnale è duplice: da un lato, la società investe in una tecnologia destinata a ridurre la dipendenza dai combustibili fossili; dall’altro, il titolo continua a mantenere una configurazione tecnica che lascia intuire margini di crescita.
Per gli investitori di breve termine, un ingresso long potrebbe scattare sopra quota 15,034 euro con target verso 15,346, mentre un ritorno ribassista avrebbe come riferimento la violazione dei 14,786 euro. Nel lungo periodo, invece, sarà la realizzazione industriale della fusione – e la capacità di Eni di capitalizzare questa svolta – a determinare l’orientamento delle quotazioni.
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Foto: Zakharchuk / Shutterstock