Il produttore britannico di microchip Arm Ltd non cederà due delle sue unità di Internet of Things alla società madre Softbank Group Corp (OTC:SFTBY), ha riferito lunedì il Wall Street Journal.
Cosa è successo Le due unità – Treasure Data, che crea strumenti per la raccolta e l’analisi dei dati dei dispositivi IoT per i clienti, e IoT Platform, che si concentra sulla gestione dei dispositivi e sul loro collegamento alle reti – rimarranno con Arm, secondo il Journal.
Un portavoce della compagnia ha affermato di aver deciso di mantenere le attività all’interno del proprio gruppo ma con operazioni e contabilità separate dal business dei semiconduttori.
Il rappresentante dell’azienda ha affermato che le due unità possono trarre gli stessi vantaggi di un eventuale spin-off alla società guidata da Masayoshi Son rimanendo all’interno di Arm.
Non è stato fatto alcun commento sull’argomento di una potenziale vendita o di offerta pubblica di Arm da parte del portavoce.
Perché è importante Mantenere le divisioni all’interno dell’azienda produttrice di microchip potrebbe dare maggior valore a quest’ultima e risultare attraente per gli investitori, ha osservato il Journal.
La notizia dello spin-off è stata riportata il mese scorso, con SoftBank che ha dovuto affrontare la pressione dell’investitore attivista Elliott Management per raccogliere fondi.
I chip di Arm sono utilizzati nella maggior parte degli smartphone del mondo e verranno usati anche nelle future serie di computer Mac di Apple Inc (NASDAQ:AAPL), azienda che ha scelto di rinunciare all’architettura x86 di Intel Corporation (NASDAQ:INTC).
Secondo quanto riferito, NVIDIA Corporation (NASDAQ:NVDA) avrebbe cercato di acquistare Arm, ma sarebbero anche emerse voci in base alle quali SoftBank avrebbe voluto quotare in Borsa Arm, potenzialmente valutata 44 miliardi di dollari.
SoftBank aveva acquisito Arm nel 2016 e ha deciso di gestirla come entità separata.
Movimento dei prezzi Lunedì le azioni OTC di SoftBank hanno chiuso in rialzo dello 0,64%, a 30 dollari.
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