A cura di Bob Ciura con Sure Dividend.
Il mercato azionario statunitense è tornato a ruggire dopo i minimi registrati a marzo e aprile, ma lo stato generale dell’economia rimane in una situazione precaria; la possibilità di una recessione double-dip potrebbe portare a un’altra flessione del mercato azionario. Per gli investitori avversi al rischio, può avere senso acquistare titoli da dividendo di alta qualità in questo clima di incertezza.
Per questo motivo, consigliamo agli income investor che cercano stabilità di considerare i Dividend Aristocrats; si tratta di un elenco esclusivo di 65 titoli dell’indice S&P 500 che hanno aumentato i loro dividendi per almeno 25 anni consecutivi. Uno storico così lungo di aumenti annuali dei dividendi dimostra la capacità di un’azienda di resistere alle recessioni.
I seguenti tre titoli sono tutti nell’elenco dei Dividend Aristocrats. Tra l’altro, hanno elevati rendimenti da dividendo (ben al di sopra della media dell’S&P 500) nonché valutazioni ragionevoli che nei prossimi anni potrebbero fornire agli investitori rendimenti totali elevati.
Dividend Aristocrat sottovalutato n°1: AbbVie
AbbVie Inc. (NYSE:ABBV) è un colosso sanitario specializzato in prodotti farmaceutici; il suo singolo prodotto più importante è Humira, il farmaco multiuso più venduto al mondo lo scorso anno. AbbVie è stata scorporata da Abbott Laboratories (ABT), la sua ex società madre, anch’essa Dividend Aristocrat. AbbVie ha performato molto bene nel corso del 2020.
Nel terzo trimestre, il fatturato di AbbVie è stato di 12,9 miliardi di dollari, in aumento su base annua del 52%; i ricavi sono stati incrementati dall’acquisizione di Allergan, così come dalla crescita dei nuovi prodotti. Durante il terzo trimestre AbbVie ha realizzato utili pari a 2,83 dollari per azione, in crescita del 21% rispetto al trimestre dell’anno precedente. La società ha anche aumentato la guidance per l’intero anno e ora prevede un utile per azione rettificato in un intervallo compreso tra 10,47 e 10,49 dollari per il 2020, il che rappresenterebbe un altro anno di crescita.
A fine ottobre AbbVie ha anche aumentato il dividendo del 10%; il titolo ha un elevato dividend yield (5,3%), che lo rende un interessante mix di rendimento e crescita. Il titolo AbbVie sembra inoltre essere sottovalutato, scambiato ad un rapporto prezzo/utili (P/E) di 9,4 (usando come riferimento il punto medio della guidance sull’utile per azione rettificato per l’intero anno); si tratta di un multiplo piuttosto basso per un’attività altamente redditizia e in crescita.
La bassa valutazione di AbbVie è probabilmente dovuta all’incertezza riguardo al suo prodotto di punta Humira, che ora sta subendo la concorrenza dei farmaci biosimilari in Europa e che perderà la protezione brevettuale negli Stati Uniti nel 2023; ma la casa farmaceutica si è preparata da tempo per questo, investendo nei suoi nuovi prodotti e acquisendo Allergan. Ad esempio, AbbVie ha registrato una forte crescita relativa a Imbruvica, che nell’ultimo trimestre ha riscontrato un incremento delle vendite del 9%; l’azienda inoltre, come si accennava, ha completato per 63 miliardi di dollari l’acquisizione di Allergan, gruppo che produce un’ampia linea di prodotti estetici popolari, come il Botox.
La nostra stima del fair value per le azioni AbbVie indica un rapporto P/E di 10,5, rispetto all’attuale P/E forward di 8,4: ciò significa che se la valutazione del gruppo aumentasse da 8,4 a 10,5 nei prossimi cinque anni, i rendimenti totali (inclusi crescita di utili per azione e dividendi) potrebbero superare il 10% all’anno.
Dividend Aristocrat sottovalutato n°2: Walgreens Boots Alliance
Walgreens Boots Alliance (NYSE:WBA) è un importante rivenditore al dettaglio di prodotti farmaceutici, con quasi 19.000 negozi in 11 Paesi; l’azienda genera entrate annuali per quasi 140 miliardi di dollari. Walgreens è stata sotto pressione su molti fronti, non solo per la pandemia di coronavirus, ma anche per una recessione di più lungo corso per il settore del retail fisico.
Le aziende di vendita al dettaglio online, come Amazon.com Inc (NASDAQ:AMZN) e molte altre, hanno gradualmente preso quote di mercato dai negozi fisici, dal momento che i consumatori si stanno orientando verso lo shopping online per questione di comodità; questa tendenza stava prendendo piede già all’inizio di quest’anno e il coronavirus ha semplicemente contribuito ad accelerare questa transizione; tuttavia, Walgreens rimane altamente redditizia e le vendite continuano a crescere.
Il 15 ottobre, WBA ha riferito i risultati del quarto trimestre e dell’intero esercizio 2020 per il periodo terminato il 31 agosto. Nel trimestre, le vendite sono aumentate del 2,3% a 34,7 miliardi di dollari. Su base per azione, l’utile rettificato è diminuito del -28,2%, a 1,02 dollari, riflettendo un impatto negativo stimato di – 0,46 dollari dalla pandemia di COVID-19.
Per l’anno fiscale, le vendite sono aumentate del 2%, a 139,5 miliardi di dollari; l’utile per azione rettificato è stato pari a 4,74 dollari, in calo del 21% su base annua, ma migliore della precedente guidance, compresa fra 4,65 e 4,70 dollari per azione; la flessione ha incluso un impatto negativo stimato di -1,06 dollari per azione dalla pandemia. Per il prossimo anno la società prevede una ripresa, con una guidance per l’anno fiscale 2021 che indica una crescita a bassa cifra singola dell’utile per azione rettificato.
Continuare a far crescere le vendite e gli utili, sebbene a un ritmo modesto, consentirebbe comunque a Walgreens di poter aumentare il proprio dividendo ogni anno, come ha già fatto per 45 anni consecutivi. Le azioni attualmente rendono il 4,5% e il titolo sembra essere sottovalutato; con un rapporto P/E forward di 7,9 rispetto alla nostra stima del fair value di 10, riteniamo che nei prossimi cinque anni il titolo Walgreens possa fornire rendimenti totali del 13%-14% all’anno.
Dividend Aristocrat sottovalutato n°3: AT&T
AT&T Inc (NYSE:T) è un colosso delle telecomunicazioni con un’ampia offerta di servizi tra cui wireless, banda larga e pay TV; l’azienda gestisce anche il business della televisione satellitare con il marchio DirecTV. Negli ultimi anni AT&T ha investito molto per rilanciare la crescita, fra cui la massiccia acquisizione da circa 85 miliardi di dollari di Time Warner, che possiede molteplici proprietà mediatiche di valore tra cui HBO, CNN e la società di produzione Warner Bros.
Questi sforzi si sono concretizzati lentamente, poiché all’inizio del 2020 la pandemia di coronavirus ha avuto un impatto negativo sulla compagnia, tuttavia AT&T genera un alto livello di flusso di cassa, che gli consente di ripagare il debito e di erogare i dividendi agli azionisti. Nel terzo trimestre del 2020, AT&T ha generato entrate per 42,3 miliardi di dollari, insieme a un flusso di cassa operativo di 12,1 miliardi; l’azienda ha registrato più di 5 milioni di nuove reti wireless domestiche totali, insieme ad oltre 1 milione di nuovi abbonamenti netti postpagati.
L’acquisizione di Time Warner da parte di AT&T dovrebbe dare i suoi frutti a lungo termine, poiché fornisce alla compagnia un prezioso elemento di diversificazione: in futuro, AT&T sarà proprietaria di contenuti oltre che distributore, un aspetto sempre più importante nell’era dello streaming e della scomparsa dei cavi (cord-cutting). Un altro promettente elemento di stimolo alla crescita è il lancio del 5G: ora AT&T fornirà l’accesso al 5G a parti di oltre 350 mercati statunitensi.
AT&T stima ancora, per l’intero anno, un flusso di cassa libero di almeno 26 miliardi di dollari; alla fine del trimestre, il rapporto debito netto/EBITDA di AT&T era di 2,66, indicando un livello di indebitamento gestibile. Questo aspetto è fondamentale per la capacità di AT&T di pagare i suoi dividendi, che è forse la ragione principale per cui possedere il titolo. AT&T attualmente offre un rendimento da dividendo del 7,3%, che è estremamente elevato se si considera che il rendimento medio dell’S&P 500 è inferiore al 2%. In un contesto di bassi tassi di interesse, AT&T è un titolo molto interessante per gli investitori value. Inoltre la compagnia ha incrementato il proprio dividendo per oltre 30 anni consecutivi.
Il titolo è anche significativamente sottovalutato a nostro avviso, scambiato a un rapporto P/E forward di 8,9 rispetto alla nostra stima del fair value di 11: questo significa che l’espansione della valutazione potrebbe far aumentare i rendimenti futuri per gli azionisti di circa il 4,6% all’anno nei prossimi cinque anni; includendo il rendimento da dividendi del 7,3% e la crescita prevista dell’utile per azione annuo del 3%, i rendimenti attesi potrebbero raggiungere quasi il 15% nei prossimi cinque anni.