La Banca d’Inghilterra ha alzato i tassi di interesse per la sesta volta consecutiva nel tentativo di combattere l’inflazione dilagante nel Regno Unito. Il suo tasso di interesse è ora pari all’1,75%.
Cosa è successo
Dopo la riunione di giovedì la Bank of England ha annunciato un aumento di 50 punti base, il maggior aumento singolo dal 1995. Ora la banca centrale prevede la recessione più lunga per il Regno Unito dalla crisi finanziaria globale, ha riferito la CNBC.
I leader della banca centrale britannica prevedono che l’inflazione complessiva raggiunga un massimo del 13,3% ad ottobre e che rimanga a livelli elevati per cinque trimestri finanziari. Non è stata fissata una fascia obiettivo del 2%, ma la Banca d’Inghilterra ritiene che tale cifra non potrà essere raggiunta prima del 2025.
Il Comitato di politica monetaria ha affermato che il mercato del lavoro è rimasto ristretto, ma ha aggiunto che esiste il rischio che un “periodo più lungo di inflazione dei prezzi generata dall’esterno porti a pressioni più durature su prezzi e salari interni”.
La disoccupazione nel Regno Unito è attualmente al 3,8%, secondo il comitato della banca centrale.
Il panorama inflazionistico
Nel corso della conferenza stampa successiva all’annuncio, il governatore della Banca d’Inghilterra Andrew Bailey ha affermato che lo shock della guerra russa in Ucraina è diventata la causa principale dell’inflazione nel Regno Unito.
“C’è un costo economico per la guerra, ma devo essere chiaro: ciò non ci distoglierà dall’impostare la politica monetaria per riportare l’inflazione all’obiettivo del 2%”, ha aggiunto.
Bailey ha affermato di riconoscere quanto sia dura l’inflazione per le persone in tutto il Regno Unito. Durante una precedente riunione della banca centrale, Bailey aveva detto che non ci saranno “se o ma” e che l’inflazione alla fine scenderà al 2%.
Dopo l’annuncio, il valore della sterlina è sceso dello 0,5% rispetto al dollaro e l’ indice FTSE 100 è salito dello 0,032%.
La Fed americana seguirà l’esempio?
Durante la riunione di luglio della Federal Reserve, il presidente Jerome Powell aveva detto che è prematuro affermare che gli Stati Uniti sono in recessione, grazie alla solidità del mercato del lavoro.
Eppure i tassi di disoccupazione hanno continuato a salire. Con i dati di luglio sugli stipendi del settore non agricolo che verranno pubblicati oggi, la situazione descritta da Powell potrebbe cambiare.
Molti analisti ritengono che se i dati di venerdì risulteranno inferiori alle stime, il presidente della Fed concorderà sul fatto che gli Stati Uniti siano o stiano andando in recessione. I dati saranno diffusi alle ore 8:30 ET: staremo a vedere se l’America sarà davvero in recessione.
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