L’Arabia Saudita ha lasciato intendere che l’amministrazione Biden aveva suggerito di ritardare di un mese la decisione dell’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio e dei suoi alleati (OPEC+) di ridurre la produzione di un mese, cosa che riteneva» avrebbe avuto conseguenze economiche negative».
Dichiarazione saudita
«Il governo del Regno dell’Arabia Saudita… ha chiarito attraverso la sua continua consultazione con l’amministrazione degli Stati Uniti che tutte le analisi economiche indicano che posticipare di un mese la decisione dell’OPEC+, secondo quanto suggerito, avrebbe avuto conseguenze economiche negative», ha detto l’Arabia Saudita.
L’Arabia Saudita ha anche ribadito di «affermare il suo rifiuto di qualsiasi dettato, azione o sforzo volto a distorcere i nobili obiettivi di proteggere l’economia globale dalla volatilità del mercato petrolifero».
I prezzi del petrolio sono aumentati dopo la decisione dell’OPEC+ di tagliare la produzione e giovedì si sono spostati in alto per le scarse scorte di diesel prima dell’inverno. Il Brent Oil Fund LP degli Stati Uniti (NYSE:BNO) ha chiuso in calo di oltre l’2% mercoledì, mentre l’ETF Vanguard Energy Index Fund (NYSE:VDE) ha chiuso in rialzo di oltre il 4%.
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Perché è importante
La risposta saudita arriva sulla scia del presidente Joe Biden che afferma che ci sarebbero «conseguenze» per l’Arabia Saudita se collaborasse con la Russia per tagliare la produzione di petrolio e il suo staff che affermava che avrebbe rivalutato il rapporto con il regno.
Risposta del Pentagono
In risposta, il portavoce del Pentagono John Kirby ha accusato il regno di aiutare la Russia e ostacolare l’impatto delle sanzioni occidentali su Mosca, ha riferito la CNBC.
«Nelle ultime settimane, i sauditi ci hanno comunicato, in privato e in pubblico, la loro intenzione di ridurre la produzione di petrolio, che sapevano avrebbe aumentato le entrate russe e attenuato l’efficacia delle sanzioni. Questa è la direzione sbagliata», ha detto Kirby.
«Abbiamo presentato all’Arabia Saudita un’analisi per dimostrare che non c’era una base di mercato per tagliare gli obiettivi di produzione e che potevano facilmente aspettare la prossima riunione dell’OPEC per vedere come si sarebbero sviluppate le cose», ha detto.
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