L’impegno della Federal Reserve a mantenere tassi di interesse più elevati per un periodo più lungo ha scatenato onde anomale all’interno del mercato obbligazionario, culminando in un’esplosiva impennata dei rendimenti su tutti i periodi di maturità. Inizialmente, le vibrazioni sono state assorbite dai rendimenti a 2 anni, un segmento che storicamente è stato rapido a reagire alle indicazioni di politica da parte di Powell e della Fed.
Ma mentre gli investitori adeguano le loro proiezioni sui tassi di interesse, l’aumento dei rendimenti del Tesoro sta ora estendendo la sua portata alle maturità a lungo termine.
All’ultima riunione del FOMC, la Fed ha lasciato invariato il tasso nell’intervallo del 5,25-5,50%, ma le proiezioni macroeconomiche hanno indicato una preferenza mediana per un altro aumento dei tassi nel 2023 e hanno ridotto lo scenario di taglio dei tassi a soli 50 punti base nel 2024, rispetto all’intero punto percentuale nelle proiezioni di giugno.
Lunedì ha visto un altro traguardo poiché il rendimento del benchmark del bond del Tesoro decennale è schizzato oltre il 4,50%, una soglia che non si vedeva dall’ottobre 2007.
Contemporaneamente, i rendimenti dei titoli del Tesoro a 30 anni sono saliti al 4,62%, segnando il livello più alto dal febbraio 2011.
Questi aumenti sono guidati in primis dall’aumento dei tassi reali, direttamente influenzati dalla posizione della Fed sulla politica monetaria.
Le conseguenze di questa escalation nei rendimenti dei titoli del Tesoro a lungo termine influenzano direttamente una serie di prodotti dell’economia reale, tra cui prestiti per auto, carte di credito e tassi ipotecari.
Man mano che questi salgono, il costo del prestito per i consumatori e le imprese aumenta di pari passo, potenzialmente portando a una decelerazione della crescita economica.
Parte la carneficina: ETF dei titoli del Tesoro a lungo termine in tumulto
Gli exchange-traded fund (ETF) legati ai titoli di stato a lungo termine stanno subendo il peso di questi aumenti di rendimento.
L’iShares 20+ Year Treasury Bond ETF (NYSE:TLT), il più grande ETF legato ai titoli di stato con 38 miliardi di asset under management, ha registrato un calo dell’1,9% lunedì, raggiungendo il suo livello più basso in oltre un decennio. Questo segna la quinta settimana consecutiva di perdite per l’ETF, la peggiore serie di perdite in un anno.
Sono state osservate simili diminuzioni in altri ETF legati ai titoli di stato a lungo termine, tra cui lo SPDR Portfolio Long-Term Treasury ETF (NYSE:SPTL) e il Vanguard Long-Term Treasury ETF (NYSE:VGLT), con quest’ultimo che ha raggiunto il suo livello più basso dalla data della sua creazione.
L’iShares 7-10 Year Treasury Bond ETF (NYSE:IEF) è calato del 0,5% lunedì, raggiungendo i livelli dell’aprile 2011. Dal suo massimo nel 2020, l’ETF ha subito una diminuzione del 25%.
Anche l’iShares 10-20 Year Treasury Bond ETF (NYSE:TLH) è stato fortemente colpito, in calo del 1,6% lunedì e del 44% da marzo 2020.
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