Martedì Tesla Inc (NASDAQ:TSLA) ha aumentato i prezzi delle versioni a lunga autonomia della berlina Model S e del SUV Model X negli Stati Uniti e in Cina (i suoi due maggiori mercati), come mostra il sito web dell’azienda.
Cosa è successo
La Model S Long Range e la Model X Long Range ora costano entrambe 4.637 dollari in più in Cina e 5.000 dollari in più negli Stati Uniti.
In Cina, la Model S Long Range ora ha un prezzo di 133.117 dollari e la Model X Range ha un prezzo di 140.857 dollari.
Negli Stati Uniti, la Model S Long Range adesso costa 89.990 dollari e il prezzo di partenza della Model X Long Range è salito a 99.990 dollari.
Tesla deve ancora iniziare le consegne della Model S Long Range, ma questo è già il secondo aumento di prezzo da quando il veicolo è stato lanciato a gennaio; il tempo di consegna stimato per la Model S Long Range ora è slittato da inizio 2022 a marzo-aprile del prossimo anno, come indica il sito web dell’azienda.
Gli aumenti di prezzo più recenti risalgono a luglio, quando la società guidata da Elon Musk aveva effettuato rialzi analoghi nei due Paesi che considera i mercati chiave per la propria crescita.
All’inizio di quest’anno Musk aveva dichiarato che Tesla mira a produrre oltre 2.000 unità di Model S e Model X alla settimana, e che probabilmente potrebbe arrivare a 2.400-2.500 unità a settimana.
Sia la Model S e che la Model X sono fra le auto elettriche ammiraglie più costose di Tesla, e di recente hanno subito un restyling, con nuovi design interni ed esterni e alcuni miglioramenti in termini di efficienza e autonomia.
Il perché degli aumenti di prezzo
Musk ha addossato la colpa dei recenti aumenti di prezzo delle auto elettriche dell’azienda ai problemi di supply chain e alla carenza di componenti relativi al settore, e proprio la scorsa settimana in una chiamata post-utili con gli investitori ha dichiarato che “la situazione della carenza globale di chip rimane piuttosto seria”.
“Per il resto di quest’anno, i nostri tassi di crescita saranno determinati dalla parte più lenta della nostra supply chain, ovvero l’ampia gamma di chip che in vari momenti sono le parti più lente della catena di approvvigionamento”, ha detto Musk.
Tesla non è il solo produttore auto ad essere stato danneggiato dalla carenza globale di semiconduttori: la crisi ha colpito anche le case automobilistiche tradizionali, costringendo società del calibro di General Motors Co (NYSE:GM), Ford Motor Co (NYSE:F), Volkswagen AG (OTC:VWAGGY) e altre a interrompere la produzione e passare a costruire prima i loro modelli più redditizi a causa del livello di scorte storicamente basso.
Movimento dei prezzi
Le azioni Tesla, che sono in rialzo da quando l’azienda ha riportato gli utili la scorsa settimana, martedì hanno chiuso in leggero rialzo a 709,74 dollari.
Foto gentilmente concessa da Tesla