Nel mese di novembre gli investitori hanno beneficiato di enormi rendimenti; ma dopo un solido inizio di dicembre e una corsa storica dai minimi di marzo, in vista dell’ultimo tratto del 2020 alcuni trader sono preoccupati per le prese di profitto di fine anno.
Finora, l’SPDR S&P 500 ETF Trust (NYSE:SPY) a dicembre ha registrato un ulteriore rally del 2,2% e l’SPDR Dow Jones Industrial Average ETF Trust (NYSE:DIA) è cresciuto dell’1,8% da inizio mese. Il guadagno del 10,8% registrato il mese scorso ha rappresentato la miglior performance dell’S&P 500 nel mese di novembre dal 1928.
Sebbene possa sembrare appropriato stare all’erta per una correzione dopo un mese così positivo, la storia suggerisce il contrario: dal 1974, l’S&P 500 ha guadagnato almeno il 10% in un solo mese ben 12 volte, e in questi 12 casi il rendimento medio durante il mese successivo è stato del +0,6%, secondo LPL Financial.
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Rally di Natale in arrivo? dicembre è sempre stato un mese dalle performance robuste, indipendentemente da ciò che accade a novembre.
Dal 1950, quello di dicembre è stato infatti il secondo miglior mese dell’anno per l’S&P 500, battuto solo dal mese di novembre.
Più recentemente, tuttavia, questa tendenza non ha retto, con i rendimenti complessivi di dicembre appesantiti da un calo del 9,2% nel 1998.
In un anno normale, a dicembre l’S&P 500 restituisce una media dell’1,5%, ma gli investitori in cerca di prese di profitto questo mese potrebbero pensare di fare l’esatto opposto: infatti, quando l’S&P 500 cresce di almeno il 10% da inizio anno, il guadagno medio di dicembre sale al 2%.
Le azioni hanno anche registrato storicamente buoni risultati negli ultimi cinque giorni di negoziazione dell’anno fino ai primi due giorni di negoziazione dell’anno nuovo.
Questa sovraperformance stagionale è nota come “Santa Claus Rally”; dal 1950, durante questo periodo l’S&P 500 ha generato un rendimento positivo esattamente il 79% delle volte.
Il punto di vista di Benzinga: l’unico posto in cui gli investitori potrebbero registrare una debolezza nelle ultime due settimane dell’anno è fra alcuni dei titoli con le peggiori performance del 2020.
Liberandosi di questi titoli prima della fine dell’anno, gli investitori possono controbilanciare alcune delle plusvalenze registrate nell’anno fiscale 2020, una pratica nota come ‘vendita delle perdite fiscali’.