Jie Lu, Head of Investments China di Robeco, vede opportunità in Cina nel percorso di abbandono del carbone, nella crescita della mobilità elettrica e nelle nuove reti e nelle tecnologie di stoccaggio dell’energia
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La promessa della Cina di raggiungere la neutralità del carbonio entro il 2060 rappresenta probabilmente il più importante impegno sul clima preso da qualsiasi paese finora. La Cina è di gran lunga il più grande emittente di CO2 al mondo, e spostarsi verso la neutralità del carbonio richiede sforzi enormi, sia nel settore pubblico che privato, soprattutto in settori come le rinnovabili, l’elettrificazione, il trasporto merci e la produzione di energia nucleare. E’ un obiettivo strategico ambizioso ma a lungo termine.
UNO SFORZO COMBINATO IN TRE DIREZIONI
Secondo l’analisi di Jie Lu, Head of Investments China di Robeco, il cambiamento richiederà uno sforzo combinato in tre direzioni. La prima è lo spostamento nel mix produttivo dall’uso intensivo di carbone, in linea con l’evoluzione dell’economia verso i servizi. La quota di attività industriale sul PIL è già diminuita dal 46% del 2006 al 40% degli ultimi anni, mentre i servizi nel 2018 rappresentavano il 52% del PIL. Questo cambiamento, coerente con le economie più avanzate, contribuirà automaticamente a ridurre le emissioni. Infatti, l’intensità di carbonio della Cina è in costante diminuzione dalla metà degli anni 2000…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.