Morgan Stanley: perché l’inflazione è più pericolosa della recessione

Morgan Stanley: perché l’inflazione è più pericolosa della recessione
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Nell’ultimo Global Fixed Income Bulletin, MSIM resta prudente sul posizionamento del portafoglio creditizio nonostante le valutazioni più attraenti, teme di più l’inflazione e l’azione di contrasto delle banche centrali

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A giugno inflazione e recessione sono andate in ‘collisione tettonica’ con la seconda che ha avuto la meglio, almeno per ora. I dati economici continuano a segnalare debolezza, mentre le banche centrali continuano o intensificano l’aggressività. Il risultato è stata una performance del mercato globale del credito decisamente pessima rispetto alle serie storiche. A giugno il ritorno sui bond ha spaziato da un -0,88% per i Treasury USA al -9,19% per gli High Yield governativi dei Mercati Emergenti. Ma il dato che più colpisce della prima metà del 2022 è il livello limitato di dispersione: si va dal calo intorno al 20% degli Emergenti al -14% e oltre degli Investment Grade e High Yield americani.

POSIZIONAMENTO CAUTO SUL CREDITO

Lo sottolinea Morgan Stanley Investment Management nel suo ultimo Global Fixed Income Bulletin, mantenendo un posizionamento di portafoglio cauto sul credito. Le valutazioni sono più attraenti, e acquisti opportunistici possono avere senso, ma il rischio resta, più sul fronte dell’inflazione e della reazione delle banche centrali che su quello della recessione. In un contesto di avversione al rischio non sorprende la forza del dollaro USA, che ha mandato in confusione molti investitori negativi sul biglietto verde. Il mercato del credito a giugno ha enfatizzato una volatilità a livelli visti raramente nell’ultimo ventennio con gli investitori costretti a zigzagare tra i timori di inflazione e quelli di recessione…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.