Il PPI più caldo del previsto non scoraggia i tori

L'indice PPI ha registrato un aumento mese su mese dello 0,5%. Su base annua, il PPI ha registrato un aumento del 2,2%, accelerando rispetto al 2% di agosto.

Il PPI più caldo del previsto non scoraggia i tori
2' di lettura

L’Indice dei prezzi alla produzione (PPI) ha ancora una volta sfidato le aspettative aumentando rapidamente. La traiettoria segnala una ripresa delle pressioni sui prezzi e alimenta ulteriormente la battaglia contro l’inflazione attraverso aumenti dei tassi di interesse.

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Sorprendentemente, le reazioni iniziali del mercato suggeriscono che gli investitori non sono eccessivamente preoccupati per la situazione.

I dati sull’indice PPI

A settembre, l’indice PPI ha registrato un aumento mensile dello 0,5%. Questo ha segnato una decelerazione rispetto all’aumento del 0,7% visto ad agosto ma ha superato significativamente le previsioni per un aumento dello 0,3%. Su base annua, il PPI ha registrato un aumento del 2,2%, accelerando rispetto al 2% di agosto e ben al di sopra delle previsioni dell’1,6%. Escludendo i costi dell’energia e del cibo, il PPI core è aumentato dello 0,3% su base mensile e del 2,7% su base annua, superando le aspettative del 2,3%.

Le reazioni del mercato

Mercoledì, i rendimenti dei titoli del Tesoro a lungo termine sono diminuiti. I rendimenti decennali sono scesi di 6 punti base al 4,6%, mentre i rendimenti a 30 anni sono scesi di 8 punti base al 4,75%. Le aspettative di mercato per gli aumenti dei tassi della Fed sono rimaste relativamente invariate. I trader stanno prezzando con un 85% di probabilità una pausa della Fed il prossimo mese.

Le scommesse implicite di mercato sugli aumenti dei tassi della Fed sono rimaste sostenzialmente le stesse nonostante il rapporto PPI superiore alle aspettative, con i trader che soprattutto prezzano con un’85% di probabilità una pausa della Fed il prossimo mese.

L’iShares 20+ Year Treasury Bond ETF (NASDAQ:TLT) è aumentato dell’1,4%, mentre l’indice del dollaro americano (DXY) è diminuito dello 0,4%.

Le azioni hanno continuato il loro slancio al rialzo, con l’indice S&P 500, seguito dal SPDR S&P 500 ETF Trust (NYSE:SPY), che guadagna lo 0,2%, e il fondo Invesco QQQ Trust (NASDAQ:QQQ) a prevalenza tecnologica che sale dello 0,4%. L’oro è aumentato dello 0,7%, mentre il petrolio ha subito una diminuzione di oltre l’1%, con il Energy Select Sector SPDR Fund (NYSE:XLE) che è stato il settore meno performante tra tutti i settori del S&P 500, in calo dell’1,6%.

Le reazioni degli economisti

Secondo Gina Bolvin, presidente del Bolvin Wealth Management Group, l’inflazione continua a persistere. I consumatori rimangono impiegati con salari in aumento e le opportunità di lavoro superano le pressioni dei prezzi. Suggerisce che la Fed dovrebbe mantenere i tassi di interesse stabili, poiché i tassi stanno ancora gradualmente influenzando l’economia.

Alex McGrath, direttore degli investimenti di NorthEnd Private Wealth, evidenzia che gli investitori potrebbero interpretare erroneamente il fatto che rendimenti più elevati dei titoli di Stato non si traducono necessariamente in ulteriori rialzi dei tassi. Sottolinea le incongruenze nelle reazioni di mercato a seguito di un rapporto PPI più forte del previsto, suggerendo che gli ultimi dati sull’inflazione potrebbero spingere la Fed ad agire.