Aramco non aumenterà la produzione di greggio

Aramco abbandona il piano di aumento della produzione di petrolio, riflettendo le crescenti incertezze globali sulla domanda di greggio

Aramco non aumenterà la produzione di greggio
2' di lettura

In uno sviluppo che potrebbe avere implicazioni più ampie per il mercato petrolifero, la società statale dell’Arabia Saudita Aramco ha sospeso il suo piano per aumentare la sua capacità massima di produzione del greggio. La decisione arriva nel contesto di un cambiamento del panorama globale, con crescenti preoccupazioni sul futuro della domanda di petrolio.

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Cosa è successo

Martedì scorso, Aramco ha annunciato la decisione di interrompere i piani di aumento della capacità di produzione di greggio da 12 milioni di barili al giorno a 13 milioni di barili al giorno, secondo un report della CNBC. La decisione segna un cambiamento significativo rispetto alla direttiva ricevuta anni fa e dopo aver investito miliardi di dollari per aumentare la capacità produttiva entro il 2027.

L’annuncio coincide con le crescenti preoccupazioni per le prospettive della domanda mondiale di petrolio, in particolare per il passaggio globale alla decarbonizzazione. Nel suo report annuale di dicembre, l’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE) ha previsto un aumento della domanda globale di petrolio di 2,3 milioni di barili al giorno nel 2023, fino a 101,7 milioni di barili al giorno, ma ha anche riconosciuto l’indebolimento del clima macroeconomico.

Il Ministero dell’Energia saudita ha dato istruzioni ad Aramco di mantenere la sua Capacità Massima Sostenibile (MSC) ai livelli attuali. L’azienda, che si è quotata in borsa nel 2019, non ha rivelato le ragioni di questa decisione, ma ha accennato al fatto che aggiornerà la guidance sulle spese in conto capitale a marzo durante l’annuncio dei risultati dell’intero anno 2023.

Perché è importante

La decisione di Aramco arriva sulla scia di una serie di eventi che hanno scosso il mercato del petrolio. Nel mese di dicembre, i prezzi del petrolio sono scesi ai minimi di cinque mesi, poiché i trader non credevano che i tagli alla produzione dell’OPEC+ avrebbero avuto un impatto sufficiente a compensare la perdita della domanda dovuta al rallentamento dell’economia globale.

All’inizio del mese, l’Arabia Saudita ha ridotto drasticamente i prezzi del petrolio, provocando un aumento significativo delle posizioni short sia sul Brent che sul West Texas Intermediate. Gli analisti hanno quindi ipotizzato che il taglio dei prezzi sauditi potesse essere il segnale di una diminuzione della domanda di greggio o di un tentativo di minare la crescente produzione di greggio dell’Occidente con una “guerra delle quote di mercato”.

Foto di Saudi Aramco di Piotr Swat su Shutterstock