Meloni: “Negoziare con la Russia è impossibile, Navalny non sarà dimenticato”

Italia sotto la guida della Meloni: una posizione ferma contro la Russia e un impegno per i valori democratici europei.

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Il Primo Ministro italiano Giorgia Meloni ha dichiarato che i negoziati con la Russia non sono fattibili e che il nome del defunto oppositore russo Alexei Navalny non sarà dimenticato.

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Cosa è successo

Parlando prima del Consiglio dell’UE, la Meloni ha espresso la sua opposizione a un potenziale intervento diretto in Ucraina, proposto dalla Francia. Ha inoltre accolto con favore l’ingresso di Svezia e Finlandia nella NATO e ha condannato qualsiasi comportamento aggressivo della Russia nei confronti di questi Paesi e degli Stati baltici.

La premier ha sottolineato l’importanza di una cooperazione globale con Kiev, affermando che non si tratta solo di fornire armi, ma di una cooperazione a tutti gli effetti, come avviene naturalmente con uno Stato che ha avviato il processo di adesione all’Unione Europea.

Inoltre, la Meloni ha espresso la sua preoccupazione per gli eventi nel Mar Rosso e ha espresso la sua gratitudine alla Marina Militare e all’equipaggio della nave Duilio, che ha prontamente ed efficacemente neutralizzato più di un attacco di droni.

La premier ha anche discusso della necessità di aumentare i finanziamenti per la difesa europea e ha ribadito la sua visione di una NATO composta da due pilastri, americano ed europeo, con pari peso.

Il Consiglio dell’UE sarà anche l’occasione per discutere della risposta all’immigrazione clandestina e alla tratta di esseri umani, ha detto la Meloni, sottolineando che l’Italia chiede sempre di mettere questo punto all’ordine del giorno di questi vertici per monitorare i progressi sulla questione.

Perché è importante

La posizione assunta dalla Meloni è significativa nel contesto dell’escalation di tensioni nella regione. Il rifiuto di negoziare con la Russia e l’enfasi posta sul ricordo di Navalny sottolineano l’impegno del governo italiano nei confronti dei valori democratici e dei diritti umani.

L’ingresso di Svezia e Finlandia nella NATO, insieme alla richiesta di un aumento dei fondi europei per la difesa, segnala una svolta verso una maggiore solidarietà europea e una sicurezza collettiva di fronte a potenziali minacce.