Le incertezze sull’inflazione scuotono i mercati finanziari

Diamo un'occhiata ai dettagli del verbale della FOMC di marzo e scopriamo come ha influenzato l'economia e i mercati finanziari.

Le incertezze sull'inflazione scuotono i mercati finanziari
2' di lettura

I verbali dell’ultima riunione della Federal Open Market Committee (FOMC) di marzo sottolineano l’aumento delle incertezze sul futuro dell’inflazione tra i vari membri della Fed, intensificando le preoccupazioni sui tassi di interesse in una giornata segnata da un nuovo e imprevisto aumento dell’indice dei prezzi al consumo.

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Verbale della FOMC di marzo: punti salienti

  • I partecipanti hanno espresso in generale incertezza sulla persistenza di un’inflazione elevata e hanno espresso l’opinione che i dati recenti “non hanno aumentato la loro fiducia” nel movimento sostenuto dell’inflazione verso l’obiettivo del 2%.
  • Alcuni partecipanti hanno sottolineato che i recenti aumenti dell’inflazione sono stati relativamente diffusi, indicando che non dovrebbero essere liquidati come “mere aberrazioni statistiche”.
  • Diversi partecipanti hanno sottolineato la solidità del mercato del lavoro, i continui aumenti salariali e il bilancio generalmente sano del settore domestico come fattori che dovrebbero continuare a sostenere i consumi.
  • Alcuni partecipanti hanno evidenziato i rischi geopolitici che potrebbero portare a maggiori strozzature nell’approvvigionamento o a un aumento dei costi di spedizione, esercitando potenzialmente una pressione al rialzo sui prezzi. Hanno inoltre osservato che tali sviluppi potrebbero avere un impatto negativo sulla crescita economica.
  • Diversi partecipanti hanno osservato che l’aumento dell’efficienza e le innovazioni tecnologiche hanno il potenziale per incrementare la crescita della produttività, consentendo potenzialmente all’economia di “crescere più velocemente senza aumentare l’inflazione”.
  • I partecipanti hanno osservato che il processo di disinflazione sta proseguendo su un percorso che generalmente si prevede “alquanto irregolare”.
  • Quasi tutti i partecipanti hanno concluso che sarebbe “appropriato” spostare la politica verso un orientamento meno restrittivo a un certo punto dell’anno se l’economia progredisse in generale come previsto.
  • Hanno aggiunto che non sarebbe opportuno ridurre i tassi di interesse fino a quando non avranno acquisito una maggiore fiducia nel fatto che l’inflazione si stia costantemente muovendo verso il 2%.

Le reazioni del mercato

Le azioni sono rimaste invariate dopo la pubblicazione dei verbali della FOMC di marzo, con l’SPDR S&P 500 ETF (NYSE:SPY) in calo dell’1%.

I rendimenti dei titoli del tesoro si sono mantenuti ai massimi di sessione, con il rendimento a 2 anni sensibile alle politiche in aumento di 21 punti base al 4,96%, chiudendo a un livello massimo da fine novembre 2023.

Le obbligazioni hanno esteso le perdite con l’iShares 20+ Year Treasury Bond ETF (NASDAQ:TLT) in calo del 2% circa.

Le azioni immobiliari sono state le più colpite, con il Real Estate Select Sector SPDR Fund (NYSE:XLRE) in calo del 4,5%

Le azioni energetiche sono riuscite a invertire la tendenza e registrare guadagni, con l’Energy Select Sector SPDR Fund (NYSE:XLE) in rialzo dello 0,4% grazie all’aumento dei prezzi del petrolio.

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Immagine generata tramite intelligenza artificiale tramite Midjourney