Il calo dei prezzi delle criptovalute ha ridotto il valore delle monete digitali rubate dagli hacker nordcoreani, intaccando una fonte chiave di finanziamento utilizzata da Kim Jong-Un per finanziare i suoi ambiziosi programmi di armamento.
Cosa è successo
Il recente crollo delle criptovalute sta ostacolando gli sforzi del regno eremita di riscuotere denaro dagli asset digitali rubati; ciò potrebbe influenzare il finanziamento dei suoi programmi di armamento, ha riferito Reuters, citando due fonti del governo sudcoreano.
Secondo quanto riferito, la Corea del Nord convertirebbe le criptovalute in Bitcoin (CRYPTO:BTC) e poi cercherebbe dei broker che le acquistino a sconto in cambio di denaro all’estero.
La piattaforma di dati blockchain Chainalysis ha affermato che la Corea del Nord utilizza strumenti per raggruppare e rimescolare le criptovalute al fine di riciclare gli asset digitali, secondo il report.
Tuttavia, le dimensioni degli attacchi hacker nordcoreani, soprattutto di recente, sono emerse come un freno alla capacità del Paese di convertire rapidamente le criptovalute in contanti, secondo l’analista di TRM Labs Nick Carlsen, come riferisce Reuters.
In base a quanto emerso, l’ambasciata della Corea del Nord a Londra avrebbe descritto il coinvolgimento del Paese nell’hacking di criptovalute come “notizie totalmente false”. Una persona che si è identificata come un diplomatico ha dichiarato a Reuters: “Non abbiamo fatto nulla”, etichettando tali accuse come propaganda degli Stati Uniti.
Perché è importante
La Corea del Nord è soggetta a sanzioni internazionali per il suo programma nucleare; questo limita il suo accesso al commercio globale e rende più attraenti i furti di criptovalute, ha osservato Reuters, citando gli investigatori.
Gli attacchi informatici sono “assolutamente fondamentali” per la capacità della Corea del Nord di eludere le sanzioni e raccogliere fondi per i suoi programmi nucleari e missilistici, secondo Eric Penton-Voak, coordinatore del gruppo di esperti delle Nazioni Unite responsabile del monitoraggio delle sanzioni.
Secondo Reuters, nel 2019 la Corea del Nord avrebbe generato circa 2 miliardi di dollari dagli attacchi informatici per il suo programma di armi di distruzione di massa.
Ad aprile l’FBI ha accusato due gruppi di hacker gestiti dalla Corea del Nord di essere responsabili di un furto di criptovaluta da 620 milioni di dollari che ha attaccato la rete Ronin. La rete supporta il gioco basato su blockchain Axie Infinity (AXS).
Questo attacco varrebbe soltanto 230 milioni di dollari se effettuato oggi, ma sembra che la Corea del Nord abbia già scambiato quasi tutti i fondi rubati con Bitcoin.
Chainalysis ha affermato che le vecchie partecipazioni in criptovalute non riciclate della Corea del Nord coprono 49 attacchi hacker compiuti tra il 2017 e il 2021. Dall’inizio dell’anno sono scese da 170 a 65 milioni di dollari.
Dall’inizio dell’anno Bitcoin ed Ethereum (CRYPTO:ETH) sono crollati rispettivamente del 57,92% e del 69,92%.
Foto tramite Millenius su Shutterstock
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