L’incanto dell’oro sta nuovamente catturando i trader mentre il metallo prezioso segna il suo quarto giorno consecutivo di guadagni.
I prezzi dell’oro sono schizzati oltre i 2.040 dollari per oncia (.oz), un livello che non si vedeva dai primi giorni di maggio 2023.
Il lingotto, monitorato attentamente attraverso lo SPDR Gold Trust (NYSE:GLD), è ora a un passo dai suoi massimi storici di 2.081 dollari, raggiunti brevemente durante la sessione del 4 maggio 2023, e avvicinandosi al suo prezzo di chiusura più alto mai registrato, raggiungendo i 2.063 dollari nell’agosto 2020.
L’oro in aumento: 5 forze in gioco
- La debolezza del dollaro: La debolezza del biglietto verde ha fornito un sostegno significativo all’oro. L’indice del dollaro americano (DXY), monitorato dall’Invesco DB USD Index Bullish Fund ETF (NYSE:UUP), è sceso sotto i 103 martedì, raggiungendo minimi visti per l’ultima volta a metà agosto.
- Cambiamento di tono della Fed: Uno dei membri più ferventi della Federal Reserve, il governatore Christopher J. Waller, ha assunto a sorpresa una posizione accomodante durante il suo discorso all’American Enterprise Institute martedì: “I tassi di inflazione si stanno muovendo più o meno come pensavo”, ha dichiarato Waller. Ha espresso crescente fiducia sul fatto che le attuali misure di politica monetaria siano idonee a rallentare l’economia e riportare l’inflazione al target del 2%. In particolare, era anche “ragionevolmente fiducioso” sul fatto che questo possa essere raggiunto senza un aumento significativo del tasso di disoccupazione, attualmente al 3,9%. Waller ha suggerito che se continuerà il declino dell’inflazione, i tagli dei tassi potrebbero diventare realtà.
- Aumentano le scommesse sui tagli dei tassi della Fed: Dopo le osservazioni di Waller martedì, il mercato ha risposto con nuove scommesse sui tagli dei tassi nel 2024. Lo strumento Fedwatch del CME Group, che misura le probabilità implicite di mercato dei futuri tassi di politica monetaria, indica ora una probabilità di quasi il 65% di un taglio dei tassi già a maggio 2024. I trader stimano anche almeno quattro tagli dei tassi entro dicembre 2024, assegnando una probabilità del 69%.
- Crollo dei rendimenti del Tesoro: I nemici principali dell’oro nei mercati finanziari, i rendimenti dei titoli del Tesoro americano, che offrono un rendimento costante e prevedibile che il lingotto non può fornire, sono ora meno preoccupanti. I rendimenti del Tesoro a 2 anni, sensibili alla politica monetaria, sono scesi di 22 punti base al 4,74% nelle ultime due sessioni, raggiungendo livelli osservati per l’ultima volta all’inizio di agosto. Anche i rendimenti dei titoli del Tesoro a 10 anni sono scesi al 4,35%, il più basso livello da metà-settembre.
- Migliora la domanda di investimento: La domanda degli investitori, un fattore dormiente nel 2022, sta ora iniziando a inclinarsi a favore dei prezzi dell’oro. Lo SPDR Gold Trust, il più grande fondo negoziato in borsa (ETF) che segue l’oro, ha visto flussi netti di 1,5 miliardi di dollari a novembre, segnando l’afflusso mensile più robusto da marzo 2022.
Ulteriori implicazioni di un rally del prezzo dell’oro
La crescita dei prezzi dell’oro stava spingendo al rialzo le azioni delle miniere d’oro.
Martedì, l’ETF VanEck Gold Miners (NYSE:GDX) ha mostrato un aumento del 4,5%, mentre il leveraged Direxion Daily Gold Miners Index Bull 2XShares (NYSE:NUGT) è salito dell’8,8%. Inoltre, le miniere d’oro junior, seguite dall’ETF VanEck Junior Gold Miners (NYSE:GDXJ), hanno registrato un aumento del 3,7%.
Tra i migliori produttori di oro di martedì c’erano Gold Fields Limited (NYSE:GFI), AngloGold Ashanti plc (NYSE:AU), e Newmont Corporation (NYSE:NEM), con guadagni rispettivamente del 9%, 7,5% e 6,5%.