Google, consociata di Alphabet Inc (NASDAQ:GOOGL) (NASDAQ:GOOG), rimuoverà il suo motore di ricerca in Australia qualora il governo del Paese proceda con l’implementazione di una legge che costringerebbe il colosso tech e Facebook Inc (NASDAQ:FB) a retribuire i media locali per i loro contenuti, come ha riferito Reuters venerdì (ora di Sydney).
Cosa è successo: Mel Silva, amministratore delegato della società di Mountain View per l’Australia e la Nuova Zelanda, ha dichiarato a un comitato del Senato australiano che il “modello di arbitrato con criteri di parzialità presenta [un] rischio finanziario e operativo ingestibile per Google”.
“Se questa versione del codice diventasse legge, non avremmo altra scelta se non quella di non rendere disponibile Google Search in Australia”, ha detto Silva.
I commenti hanno suscitato aspre critiche da parte del primo ministro australiano Scott Morrison, il quale ha affermato che il Paese stabilisce delle regole per “le cose che si possono fare in Australia”.
“Le persone che lo accettano sono le benvenute in Australia, ma non rispondiamo alle minacce”, ha affermato Morrison.
Perché è importante: l’Australia dovrebbe far approvare le leggi che obbligheranno Google e Facebook al pagamento dei media locali per la condivisione dei loro contenuti, secondo Reuters; se i colossi tech non lo faranno, saranno soggetti a multe salate.
Questa settimana il governo degli Stati Uniti ha chiesto all’Australia di abbandonare la proposta di legge a favore di un codice volontario, come ha osservato Reuters.
Movimento dei prezzi: giovedì le azioni di Classe A e di Classe C di Alphabet hanno chiuso in rialzo di quasi lo 0,2%, rispettivamente a 1,884,15 dollari e 1.891,25 dollari; nella sessione after-hours, le azioni di Classe A hanno guadagnato lo 0,27% mentre le azioni di Classe C sono salite dello 0,33%.