PARIGI, 9 agosto 2021 /PRNewswire/ — Nel primo semestre del 2021 il mercato delle aste d’arte è riuscito a ritrovare tutto il suo dinamismo. Se tutto va bene, le fiere d’arte ripartiranno a settembre. Ma dovranno fare i conti con un mercato molto diverso, caratterizzato dall’eclatante arrivo degli NFT e dagli esorbitanti prezzi per le opere di giovanissimi e popolarissimi artisti, entrambi fenomeni che suggeriscono un gran bisogno di stravolgere l’ordine prestabilito. I collezionisti sembrano avere fretta di investire in ciò che si potrebbe definire il “Mercato dell’arte 2.0” (anche se questo vorrebbe dire fare a meno delle gallerie), ma anche molti artisti desiderano beneficiare della trasformazione digitale del mercato dell’arte, e le case d’asta sembrano impazienti di entrare a far parte di questo processo “rivoluzionario”.
Indicatori Artprice dello stato di salute del mercato dell’arte (1° sem. 2000 – 1° sem. 2021)
Fatturato d’asta, Lotti venduti, Tasso invenduti e Prezzi più alti (primi semestri)
Secondo thierry Ehrmann, presidente e fondatore di Artmarket.com e del suo dipartimento Artprice: «Attualmente coesistono due mercati dell’arte: uno organico, l’altro rivoluzionario. Il primo è tradizionale e tiene conto della storia dell’arte, con i suoi codici, i suoi musei, le sue gallerie, le sue fiere, le sue biennali, ecc. Il secondo rispecchia un mondo che sta attraversando una profonda riorganizzazione, che contesta la “storia ufficiale” con movimenti quali #metoo e #blacklivesmatter ed è chiaramente orientato verso le numerose sfide future in ambito politico, climatico, sanitario e tecnologico».
Questa analisi fornisce una panoramica delle trasformazioni intraprese nel primo semestre 2021. La distinzione tra un mercato dell’arte “nuovo” e “vecchio” è puramente teorica, ma ci consente di comprendere i meccanismi che sono attualmente alla base di un’intera quota delle transazioni del mercato. Inoltre ci consente di capire come abbia fatto il The first 500 days (2021) di Beeple ad essere acquistato per 69 milioni di dollari quando il suo prezzo iniziale era di appena 100 dollari, con un artista che non era nel mirino di nessun attore chiave del mercato (nessuna galleria, nessuna mostra e nessun risultato d’asta) ma che aveva molti milioni di follower su Instagram e il supporto di Christie’s, una delle case d’asta più antiche e rispettabili del mondo.
Fatturato d’asta del comparto dell’arte (1° sem. 2000 – 1° sem. 2021)
(suddiviso per periodi creativi)
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Opere accessibili al centro del nuovo mercato
Le aste d’arte hanno generato 6,9 miliardi di dollari nel 1° semestre 2021, ossia il 3% in più rispetto al 1° semestre 2019. Questa performance è estremamente rassicurante alla luce della crisi dovuta alla pandemia, che sta ancora paralizzando tutti i segmenti della scena culturale ed è ancora fonte di notevole incertezza sul breve termine. Ma gli operatori d’asta sono riusciti comunque a generare un fatturato equivalente alla media dei dieci anni precedenti la pandemia (1° sem. 2010 – 1° sem. 2019), vale a dire dall’ascesa della Cina sul mercato dell’arte internazionale.
Quest’ultima ripresa è particolarmente solida in quanto basata su un numero record di transazioni: 288.500 opere vendute in sei mesi, ossia il 5% in più rispetto al 1° semestre 2019. Questo incremento è particolarmente visibile nei segmenti accessibili che coprono fasce di prezzo comprese tra 1000 e 20.000 dollari, in cui il numero di lotti venduti è aumentato del 13%. Il mercato di fascia alta ha registrato una leggera flessione nei primi sei mesi dell’anno: i lotti venduti ad un prezzo compreso tra 1 e 50 milioni di dollari hanno subito una contrazione dell’1,4%, passando da 855 lotti (nel 1° sem. 2019) a 843 lotti.
L’intensità della domanda è stata confermata da un tasso di invenduti notevolmente più basso del solito. Nell’ultimo decennio questo indicatore, che rispecchia l’equilibrio tra la domanda e l’offerta, è oscillato tra il 32% e il 36%. Per i primi sei mesi del 2021 l’indicatore è sceso al 28% e pertanto occorrerà monitorarlo attentamente nei prossimi mesi.
Beeple ha rappresentato l’1% del mercato dell’arte
Le aste online sono ormai parte integrante delle strategie delle case d’asta. All’inizio dell’anno i giganti anglosassoni Christie’s, Sotheby’s e Phillips hanno dematerializzato poco più della metà delle operazioni: su 258 sessioni per le opere d’arte, 133 si sono svolte esclusivamente online. Queste transazioni hanno comunque prodotto solo un decimo (9,3%) del fatturato, in quanto le case d’asta usano questo canale di vendita principalmente per i lotti entry level e di fascia media.
Ma le piattaforme automatizzate online adottate dalle case d’asta si prestano perfettamente, per loro stessa natura, agli NFT, che hanno un notevole potenziale nel mercato di fascia alta. Di fatto, gli NFT rappresentano un terzo del valore delle vendite online, ovvero il 2% del mercato dell’arte secondario globale nel primo semestre 2021. Beeple, con i 69 milioni di dollari della sua primissima vendita da Christie’s, ha rappresentato da solo ben l’1%!
Questo nuovo mercato è al centro del rivoluzionario fenomeno identificato da Artprice ed è indicativo della spinta verso l’innovazione all’interno dell’industria delle aste. Un mese dopo la vendita dell’opera di Beeple da Christie’s, Sotheby’s ha organizzato un’asta di NFT (Non-Fungible Tokens) dal titolo The Fungible Collection by Pak. Dieci giorni più tardi, Phillips ha messo all’asta il primo NFT di seconda generazione, un’opera denominata Replicator di Mad Dog Jones, progettata per autogenerarsi in maniera casuale.
Il contemporaneo supera il dopoguerra
Il segmento dell’arte contemporanea (artisti nati dopo il 1945) hanno registrato un risultato storico nel primo semestre 2021, con un incremento del 50% rispetto al primo semestre 2019. Il segmento del moderno (-8%) e del dopoguerra (-4%) non sono ancora tornati ai livelli di intensità pre-pandemia.
Questa situazione ha migliorato la visibilità dell’arte contemporanea, che attualmente rappresenta il 23% del fatturato d’asta globale per il comparto dell’arte rispetto ad appena il 3% di venti anni fa. Con un ricavato di 300 milioni di dollari (il doppio di Andy Warhol), Jean-Michel Basquiat ha rappresentato da solo il 4,3% del mercato mondiale delle aste d’arte nel primo semestre 2021.
Top 10 degli artisti nel mercato mondiale delle aste nel 1° sem. 2021
© artprice.com
1. Pablo PICASSO (Arte moderna): 352.169.000 $
2. Jean-Michel BASQUIAT (Arte contemporanea): 303.537.000 $
3. Andy WARHOL (Dopoguerra): 149.982.000 $
4. Claude MONET (XIX sec.): 131.638.000 $
5. BANKSY (Arte contemporanea): 123.328.000 $
6. ZAO Wou-Ki (Arte moderna): 114.518.000 $
7. Gerhard RICHTER (Dopoguerra): 97.920.000 $
8. Sandro BOTTICELLI (Grandi Maestri): 94.206.000 $
9. Yoshitomo NARA (Arte contemporanea): 85.937.000 $
10. ZHANG Daqian (Arte moderna): 82.295.000 $
Banksy, un segno dei tempi
A 47 anni, l’anonimo street artist Banksy è una delle cinque firme di maggior successo nel mercato mondiale delle aste d’arte, considerando insieme tutti i periodi creativi! È inoltre l’artista vivente più lucrativo del pianeta, e questo senza il supporto di Larry Gagosian o David Zwirner! Universalmente amato per le sue incursioni tanto poetiche quanto ciniche negli spazi pubblici, Banksy sta rivoluzionando il mercato dell’arte grazie al suo sistema “pest control” che gli consente di autenticare e controllare la circolazione di centinaia di migliaia di opere uniche o in edizione limitata.
Da cinque anni il fatturato d’asta di Banksy cresce in modo esponenziale: 3 milioni di dollari nel 2016, 7 nel 2017, 16 nel 2018, 29 nel 2019, 67 nel 2020 e 123 nel primo semestre 2021. Con 913 lotti venduti all’asta in soli sei mesi, Banksy copre attualmente tutte le fasce di prezzo. Con 11 milioni di follower su Instagram, sta già raggiungendo le future generazioni di collezionisti.
Lo scorso 23 marzo la sua tela Game Changer (2020) ha affondato la stima di Christie’s ad una vendita benefica, stabilendo un nuovo record d’asta con 23,2 milioni di dollari. L’entusiasmo intorno a quest’opera dice tutto sulle preferenze di un mercato in cerca di opere sconvolgenti, in sintonia con gli eventi attuali. L’opera raffigura un bambino che abbandona i suoi Batman e Superman per giocare con una bambola “super-infermiera”.
L’acceleratore Hong Kong
Dopo aver interrotto la sua crescita nel 2020, il mercato dell’arte di Hong Kong ha registrato due fortissimi semestri consecutivi. La città registra attualmente il prezzo medio più alto al mondo per delle opere vendute all’asta: con un totale di 962 milioni di dollari battuti con la vendita di soli 3.200 lotti d’arte nel primo semestre, il prezzo medio si attesta intorno ai 300.000 dollari. Questo dato contraddistingue nettamente Hong Kong rispetto alle altre grandi capitali del mercato dell’arte poiché il prezzo medio è di appena 32.000 dollari per Londra e 41.000 dollari per New York.
Hong Kong è inoltre riuscita ad attrarre tre straordinari dipinti di Jean-Michel Basquiat, ognuno dei quali sopra i 35 milioni di dollari. Ora sia Christie’s che Sotheby’s sembrano certe che questi capolavori di arte contemporanea americana (che il MoMA di New York rimpiange di non aver acquistato quando erano molto più accessibili) saranno venduti a prezzi migliori in Asia che non a Londra.
Nel medio periodo Hong Kong potrebbe persino diventare il secondo grande mercato del mondo davanti al Regno Unito, che ha totalizzato 1,2 miliardi di dollari nel primo semestre 2021 (soltanto il 21% in più dei 962 milioni di dollari di Hong Kong). Dieci anni fa il mercato dell’arte secondario britannico era circa cinque volte maggiore della sua ex colonia (+380%). Ma il Regno Unito detiene comunque un mercato dell’arte molto più diversificato: nel primo semestre 2021 ha venduto 36.000 opere, ovvero dieci volte di più rispetto a Hong Kong.
Oggi l’ex colonia britannica sta soprattutto svolgendo un ruolo di acceleratore per il mercato dell’arte ultra-contemporanea, con gli acquirenti di Hong Kong che mostrano una grandissima volontà di fare offerte notevolmente superiori alle stime, costringendo le case d’asta di Londra e New York ad allineare i propri prezzi con i risultati di Hong Kong, per non rischiare che le opere delle future superstar del mercato dell’arte vengano vendute tutte quante in Asia.
Artisti under 40 con risultati a 7 cifre
Dalla sua scomparsa avvenuta meno di due anni fa, sono 62 le opere di Matthew Wong (1984-2019) messe all’asta tra New York, Londra e Hong Kong.
Il meccanismo internazionale di aumento graduale di prezzi che ha interessato le creazioni di quest’artista può essere visto all’opera anche con i prezzi di altre superstar della sua generazione, nata dopo il 1980. L’ascesa di artisti come Salman Toor, Avery Singer e Amoako Boafo è stata incredibilmente rapida. Nel giro di pochi mesi le loro opere sono diventate semplicemente imprescindibili sul mercato dell’arte internazionale. Le opere di questi artisti – di grande talento ed estremamente emblematici dei nostri tempi – sono state oggetto della feroce domanda competitiva da parte, contemporaneamente, dei collezionisti americani, europei e asiatici.
Top 5 degli artisti nati dopo il 1980 (1° sem. 2021): analisi geografica del fatturato d’asta
1. Matthew Wong, 30 milioni $: Hong Kong (44%), New York (37%), Londra (19%)
2. Avery Singer, 10,5 milioni $: Hong Kong (53%), New York (38%), Londra (8%)
3. Salman Toor, 7,9 milioni $: New York (45%), Londra (28%), Hong Kong (27%)
4. Ayako Rokkaku, 7,2 milioni $: Hong Kong (40%), Tokyo (35%), Taipei (11%)
5. Amoako Boafo, 5 milioni $: Londra (35%), New York (33%), Hong Kong (32%)
Come si può osservare sopra, le vendite delle opere dell’artista giapponese Ayako Rokkaku (classe 1982) non hanno seguito questo schema. I suoi vivaci acrilici su tela stanno circolando con notevole intensità nel sud-est asiatico, dove 44 suoi dipinti sono stati messi all’asta nel primo semestre 2021 per un prezzo medio di 170.000 dollari. Le sue opere migliori, inizialmente messe in circolazione dalla galleria Delaive con sede ad Amsterdam, sono quasi sempre finite in aste asiatiche.
Gli artisti blue-chip ancora forti
A New York, l’opera di Picasso Woman Seated by the Window (1932) ha superato la soglia dei 100 milioni di dollari per la prima volta in 24 mesi. Questo risultato conferma la rinnovata fiducia di acquirenti e venditori. L’aumento esponenziale del valore delle opere di Picasso nell’ultimo quarto di secolo si è cristallizzato, malgrado la sequenza crisi finanziaria/crisi sanitaria. Il valore di questo dipinto è passato dai 7,5 milioni di dollari nel 1997 ai 45 milioni di dollari nel 2013, per infine raggiungere i 103,4 milioni di dollari quest’anno.
L’anno 2021 è iniziato molto bene anche per il mercato newyorkese di fascia alta con la tanto attesa vendita (a fine gennaio) di un ritratto attribuito a Sandro Botticelli. Raggiungendo poco più di 92 milioni di dollari, è stato il secondo miglior risultato d’asta mai registrato per un Grande Maestro, dietro solo al Salvator Mundi di Leonardo. Tuttavia, a oltre tre anni e mezzo dalla sua vendita, i 450 milioni di dollari pagati a novembre 2017 per il ritratto del Cristo che tiene in mano un globo di cristallo suscitano ancora un numero crescente di domande.
I primi sei mesi del 2021 hanno inoltre visto la vendita di diversi capolavori impressionisti (Monet, Van Gogh e Cézanne), oltre che una serie di capolavori di astrazione e astrazione lirica americana (Twombly, Rothko e Chu Teh-Chun, tra gli altri). Inoltre, sono stati messi all’asta alcuni ritratti molto famosi (Double Elvis di Warhol e David Hockney di Lucien Freud). Ma il primo semestre 2021 rimarrà segnato soprattutto dalle prime vendite di NFT e dalle incredibili cifre record per degli artisti giovanissimi, che Artprice analizzerà in dettaglio nel suo Rapporto sul mercato dell’arte contemporanea che verrà pubblicato ad ottobre in occasione delle fiere Frieze e FIAC.
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