Ottobre porta nuove prospettive per la sanatoria delle cartelle esattoriali, con la rottamazione quinquies che si prepara a rivoluzionare tempi e modalità di pagamento. Il provvedimento, oggetto di intensi tavoli tecnici e discussioni al Ministero dell’Economia, dovrebbe favorire una maggiore flessibilità, offrendo ai contribuenti la possibilità di aderire a un piano di rateizzazione fino a 96 rate – pari a otto anni – e con soglie di accesso rinnovate.
Cosa è successo
Il testo in Senato inizialmente prevedeva una dilazione in 120 rate decennali, ma per garantire la sostenibilità dei conti pubblici e una gestione più realistica per i cittadini, il limite è stato ridotto a 96 rate. Le nuove regole stabiliscono una rata minima di 50 euro, pensata proprio per evitare rate simboliche che sarebbero poco gestibili e anti-economiche per l’amministrazione.
Debiti di importo inferiore potranno essere saldati con piani più brevi, mentre quelli di valore più elevato potranno essere spalmati su otto anni. Saranno ammessi i debiti affidati all’Agenzia delle Entrate-Riscossione tra il 2000 e il 2023, con possibili esclusioni per chi ha già beneficiato di precedenti rottamazioni senza rispettarne i requisiti. Il beneficio non decadrà immediatamente al primo mancato pagamento, ma solo dopo otto rate insolute non consecutive, concedendo maggiore margine ai contribuenti in difficoltà temporanea.
Perché è importante
Questa nuova impostazione della rottamazione quinquies mira a equilibrare il recupero delle somme dovute con la reale capacità dei contribuenti di adempiere. L’approccio più “elastico” sulle decadenze e la soglia minima delle rate rappresentano novità fondamentali e una risposta pratica alle criticità gestionali emerse nelle precedenti sanatorie.
Per il governo, la misura è parte di una strategia di bilancio complessa: consentire agli italiani di chiudere i debiti pregressi senza pesare ulteriormente sul deficit, pur tenendo conto della difficile situazione economica e delle critiche delle opposizioni, che invocano priorità più dirette su salari, servizi e lotta al fiscal drag.
La rottamazione quinquies potrebbe quindi offrire uno strumento chiave di riequilibrio fiscale per privati e imprese, se calibrata con attenzione nel quadro della legge di bilancio 2026.
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Foto: Freedomz via Shutterstock