Le azioni Enel, molto probabilmente, chiuderanno la seduta odierna in lieve rialzo, allineandosi all’andamento del Ftse Mib che registra un modesto +0,2% dopo le forti vendite sui bancari nella giornata precedente.
Il titolo segna un progresso dello 0,15% sopra quota 8 euro, consolidando un guadagno del +4% nell’ultimo mese e di circa +14% da inizio anno.
Ma la vera notizia arriva dal fronte corporate: il colosso energetico ha annunciato un nuovo step del proprio programma di riacquisto di azioni proprie.
Cosa è successo
Tra il 18 e il 22 agosto 2025, Enel ha comprato 573.851 azioni a un prezzo medio di 8,073 euro per titolo, per un controvalore complessivo di 4,63 milioni di euro.
Si tratta di un tassello aggiuntivo all’interno di un piano buyback avviato dopo l’autorizzazione dell’assemblea del 22 maggio. Dall’inizio del programma la società ha già rastrellato 25 milioni di azioni, pari allo 0,2468% del capitale sociale, per un valore totale di oltre 195 milioni di euro.
Ad oggi, i titoli propri in possesso del gruppo ammontano a 37,16 milioni, equivalenti allo 0,3656% del capitale.
Sul fronte delle valutazioni, gli analisti restano fiduciosi. Equita Sim ha confermato il rating “buy” su Enel con target price a 8,5 euro, mentre HSBC ha ribadito la view positiva, fissando il proprio obiettivo a 8,7 euro.
Perché è importante
Il buyback, oltre a ridurre il numero di azioni in circolazione, è percepito dal mercato come un segnale di fiducia nella solidità del business. Per gli azionisti, rappresenta una forma di remunerazione aggiuntiva che affianca i dividendi e indica la volontà del management di restituire valore agli investitori.
Nel caso di Enel, pur trattandosi di una quota relativamente contenuta del capitale, il programma sottolinea la disponibilità finanziaria del gruppo e la strategia di lungo periodo per sostenere le quotazioni.
Con target price superiori agli attuali livelli, gli analisti evidenziano un potenziale upside tra il 5 e l’8%, elemento che potrebbe rendere il titolo interessante per chi punta su un settore difensivo e storicamente generoso in termini di dividendi.
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