ENI ha pubblicato i risultati finanziari del primo trimestre 2025, evidenziando un calo generalizzato di ricavi e utili, pur mantenendo una performance superiore rispetto alle attese degli analisti. Il gruppo ha inoltre aggiornato le stime per l’intero anno, confermando un approccio prudente sul fronte investimenti. Infine, è stato anticipato il dividendo per l’esercizio 2025, con un incremento del 5% e l’avvio del buyback da 1,5 miliardi.
Cosa è successo
Nel primo trimestre 2025, ENI ha registrato ricavi per 22,57 miliardi di euro, in calo del 2% rispetto ai 22,94 miliardi del primo trimestre 2024. La produzione di idrocarburi è scesa a 1,65 milioni di barili equivalenti al giorno, contro gli 1,74 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente. L’utile operativo proforma adjusted è stato di 3,68 miliardi di euro, in calo dell’11% su base annua.
Il risultato netto adjusted si è attestato a 1,41 miliardi di euro, contro gli 1,58 miliardi dell’anno precedente, mentre il risultato netto è stato positivo per 1,17 miliardi. Il calo è attribuito in particolare alla minore redditività del comparto downstream. Tuttavia, il dato ha superato le attese del consensus, che indicava un utile operativo adjusted a 3,26 miliardi e un utile netto a 1,15 miliardi.
L’indebitamento netto è sceso a 16,54 miliardi di euro, rispetto ai 18,63 miliardi di inizio anno. Il leverage si è attestato a 0,29, con una generazione di cassa operativa di 2,39 miliardi e investimenti per 1,89 miliardi, completamente coperti dal flusso di cassa adjusted.
Perché è importante
ENI ha aggiornato le linee guida finanziarie per il 2025, puntando a ottimizzare costi e portafoglio per fronteggiare uno scenario macroeconomico incerto. Si prevede un CFFO adjusted a 11 miliardi di euro, superiore a quanto atteso.
La produzione annuale è stimata a 1,7 milioni di boe/giorno, con investimenti organici ridotti sotto gli 8,5 miliardi di euro. Le dismissioni contribuiranno a contenere ulteriormente gli investimenti netti, stimati sotto i 6 miliardi.
Infine, il gruppo ha confermato l’aumento del dividendo a 1,05 euro per azione e avviato un buyback da 1,5 miliardi. La remunerazione degli azionisti resta prioritaria, in linea con la solidità dei fondamentali nonostante le sfide esterne.
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