La bocciatura da parte dell’assemblea di Mediobanca del progetto di acquisizione di Banca Generali ha aperto la strada a Monte dei Paschi di Siena (Mps), che oggi appare sempre più vicina al controllo di Piazzetta Cuccia. L’operazione potrebbe segnare un punto di svolta per la finanza italiana, con l’obiettivo di costituire un vero terzo polo bancario capace di competere con i big Unicredit e Intesa Sanpaolo.
Cosa è successo
Dopo il “no” degli azionisti, sostenuto in particolare dai gruppi Delfin (Del Vecchio) e Caltagirone, il ceo Alberto Nagel ha visto cadere la propria strategia difensiva. Ora la soglia del 35% delle adesioni necessaria a rendere valida l’offerta di Mps sembra più vicina, grazie al supporto di questi soci forti che insieme controllano circa il 30% del capitale di Mediobanca.
A Siena, il management guidato da Luigi Lovaglio e dal presidente Nicola Maione sta già studiando i possibili assetti di governance della “nuova Mediobanca”. Tra i candidati alla guida emergono nomi di peso come Mauro Micillo (oggi in Intesa Sanpaolo) e Marco Morelli (ex ceo di Mps e ora in Axa IM). Per la presidenza circolano figure istituzionali di rilievo come Vittorio Grilli (ex ministro dell’Economia, oggi in J.P. Morgan Italia) e Claudio De Vecchi (già Citi).
Accanto a loro, altri profili possibili per ruoli chiave: Fabrizio Palermo, Flavio Valeri, Victor Massiah e Luciano Cirinà, segnale che Mps vuole proporre un board di alto profilo per convincere azionisti e mercato.
Perché è importante
La partita va oltre Mediobanca. Al centro c’è Generali, storica partecipata con oltre 650 miliardi di asset gestiti: conquistare Mediobanca significa avere voce determinante anche nella compagnia assicurativa. Per Delfin e Caltagirone, il progetto si traduce in una possibilità concreta di accrescere la propria influenza all’interno del Leone di Trieste.
La Borsa ha già reagito positivamente, con Mps e Mediobanca in rally, a dimostrazione che il mercato scommette su un consolidamento. Ma la scadenza dell’8 settembre 2025, termine dell’Ops di Siena, resta la data cruciale: lì si deciderà se nascerà davvero il nuovo polo bancario italiano.
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Foto: Lee Charlie/Shutterstock