In un rapporto della scorsa settimana, l’analista finanziario di LPL, Jeffrey Buchbinder, ha elencato 5 motivi per cui ritiene che i titoli stranieri continueranno a sottoperformare le azioni statunitensi.
1. Prospettive economiche relativamente deboli: Buchbinder prevede una contrazione economica più grave in Europa rispetto agli Stati Uniti nel 2020. Secondo le proiezioni di consenso degli economisti, quest’anno si assisterà a una contrazione di circa l’8% del PIL dell’Eurozona, rispetto a una contrazione del 5,7% negli Stati Uniti.
2. Le azioni internazionali sono più orientate al valore: Buchbinder afferma che è improbabile che le azioni di valore sovraperformino le azioni di crescita finché non ci saranno chiari segni di una ripresa economica globale duratura. Le azioni tecnologiche in forte crescita hanno una ponderazione di circa il 26% nell’indice S&P 500, mentre le azioni tecnologiche hanno una ponderazione del solo 8% circa nell’iShares MSCI EAFE Index Fund (ARCA:EFA).
3. Il momentum dell’S&P 500: L’S&P 500 ha sovraperformato le sue controparti internazionali per la maggior parte dell’ultimo decennio. Buchbinder ha affermato che fino a quando questa dinamica non cambierà per più di un mese qua e là, gli investitori possono aspettarsi che questa si ripeta.
4. Il valore è un cattivo indicatore di tempo: Mentre le valutazioni dei titoli internazionali possono sembrare allettanti rispetto ai titoli statunitensi, Buchbinder ha spiegato che, spesso, i titoli sottovalutati rimangono tali per uno o due anni. L’analista ha aggiunto che i titoli con valutazioni inferiori hanno una correlazione abbastanza elevata con i rendimenti a lungo termine, quindi gli investitori con orizzonti temporali estremamente lunghi possono trovare alcune opportunità nei titoli di valore internazionali.
5. Questioni strutturali: I deficit e la prudenza dei consumatori potranno incidere sul sentiment degli investitori man mano che l’Eurozona esce dalla crisi nei prossimi trimestri. Buchbinder sostiene che l’Europa ha dimostrato un notevole coordinamento nel generare una risposta finanziaria alla pandemia, ma sarà necessario un ulteriore sforzo per portare l’economia sulla giusta strada di crescita a lungo termine.
Il punto di vista di Benzinga: negli ultimi 10 anni, il rendimento totale dello SPY (ETF dell’S&P 500) è stato del 240,6%, mentre il rendimento totale dell’ETF EFA ammonta al solo 65%. A questo punto, non si possono biasimare gli investitori o gli analisti per la sola scelta di rimanere fedeli a ciò che funziona.