L’inflazione negli Stati Uniti si è mantenuta sostanzialmente stabile nel mese di dicembre 2023, in quanto l’indicatore preferito dalla Federal Reserve, l’indice dei prezzi della Spesa per consumi personali (PCE), rimane al punto più basso dal febbraio 2021.
I dati, pubblicati venerdì dal Bureau of Economic Analysis degli Stati Uniti, corrispondono alle stime degli economisti e potrebbero sostenere la probabilità di tagli dei tassi della Federal Reserve nei prossimi mesi.
L’aumento annuale dell’indice dei prezzi PCE ha raggiunto il 2,6% il mese scorso. La componente core, che esclude l’energia e gli alimenti, ha rallentato al 2,6%.
Contemporaneamente, il reddito personale ha registrato un aumento mensile dello 0,3% a dicembre, mentre la spesa personale ha registrato una robusta impennata dello 0,7%.
I dati economici di venerdì: punti salienti
- Tasso di inflazione annuale PCE: Il tasso d’inflazione annuale PCE si è attestato al 2,6% a dicembre, eguagliando sia il tasso precedente che quello previsto del 2,6%.
- Indice dei prezzi PCE mensile: Su base mensile, l’indice dei prezzi PCE è rimbalzato con un aumento dello 0,2%, recuperando dal calo dello 0,1% di novembre e corrispondendo all’aumento dello 0,2% previsto.
- Tasso di inflazione annuale PCE core: Il tasso di inflazione annuale core PCE è stato del 2,9% a dicembre, in calo rispetto al 3,2% di novembre e leggermente inferiore al 3% previsto.
- Indice dei prezzi PCE core mensile: Su base mensile, l’indice dei prezzi PCE core è aumentato dello 0,2%, rispetto allo 0,1% registrato a novembre, ma in linea con le stime del mercato.
- Reddito personale: Il reddito personale è aumentato dello 0,3% da novembre a dicembre, rallentando rispetto al precedente tasso di crescita dello 0,4% ma corrispondendo all’aumento dello 0,3% previsto.
- Spesa personale: La spesa personale ha subito una forte accelerazione, aumentando dello 0,7% da novembre a dicembre, superando il precedente tasso di crescita dello 0,3% e l’aumento previsto dello 0,4%.
Prima di questi comunicati, i trader ritenevano che ci fosse il 52% di possibilità di non cambiare i tassi di interesse a marzo.
Tutti gli occhi sono ora puntati sulla reazione del mercato azionario statunitense a questi sviluppi.
Sia l’SPDR S&P 500 ETF Trust (NYSE:SPY) che il tech-heavy Invesco QQQ Trust (NASDAQ:QQQ) stanno lottando per la settima sessione consecutiva di guadagni e la dodicesima su 13 settimane positive.
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