L’ascesa delle società di acquisizione per scopi speciali (SPAC) è stata una delle grandi notizie per gli investitori nel 2020; sulla base del numero record di SPAC depositate e del denaro raccolto all’inizio di quest’anno, la tendenza sembra essere destinata a proseguire.
Michael Carrier, analista di Bank of America, ha condiviso gli aspetti positivi e negativi che gli investitori e le aziende non quotate dovrebbero considerare in merito al mercato delle SPAC.
Il mercato delle SPAC: le società di acquisizione per scopi speciali esistono dagli anni ’90; chiamate anche “società veicolo”, ora le SPAC sono divenute un metodo popolare utilizzato dalle aziende non quotate per raggiungere i mercati dei capitali.
Nel 2020 sono arrivate sul mercato ben 248 SPAC: si tratta di un aumento di oltre quattro volte rispetto all’anno precedente. Carrier afferma che l’incremento deriva dal fatto che gli investitori sono alla ricerca di fonti di rendimento alternative, che le società non quotate perseguono rotte alternative per arrivare sui mercati e che gli investitori al dettaglio hanno un maggiore interesse per gli asset privati.
Le unità offerte dalle SPAC sono particolarmente attraenti anche per coloro che svolgono arbitraggio, ha spiegato Carrier.
Le unità solitamente includono un’azione ordinaria e nella maggior parte dei casi una frazione di warrant; i warrant delle SPAC costituiscono delle opzioni per acquistare un’azione in un momento successivo, nella maggior parte dei casi al prezzo di 11,50 dollari.
La tempistica delle SPAC: la tabella di marcia di una società veicolo consta di diverse fasi, secondo Carrier; le SPAC fanno marketing, raccolgono capitali e trovano una società target durante la fase di annuncio della pre-fusione.
Nella fase successiva la SPAC annuncia un accordo; dopo l’annuncio dell’intesa ha luogo una fase di rimborso e di voto, durante la quale gli azionisti hanno la facoltà di scambiare le loro azioni con il valore patrimoniale netto – in genere 10 dollari più interessi – qualora l’accordo raggiunto non fosse di loro gradimento o nel caso in cui le azioni scambiassero al di sotto di quel livello.
Aspetti positivi delle società veicolo: le aziende non quotate stanno approdando agli accordi SPAC per una serie di importanti motivi.
Uno di questi è che una tipica SPAC comporta una commissione di sottoscrizione del 2% e una commissione di completamento del 3,5% rispetto al 7% per un’IPO tradizionale.
La tempistica per quotarsi in Borsa tramite SPAC è di solito compresa fra i tre e i quattro mesi, rispetto a un anno per un’IPO tradizionale.
Un altro grande vantaggio è che le società non quotate sono in grado di presentare una guidance prospettica sui ricavi e sulla redditività con un orizzonte di 5-10 anni; nel caso di un’IPO tradizionale, le aziende possono condividere i propri dati finanziari passati e parlare di una dimensione di mercato totale disponibile, ma non possono entrare in proiezioni finanziarie dettagliate.
Anche gli investitori traggono diversi vantaggi dalle SPAC, il più comune dei quali è la possibilità di riscattare le azioni al prezzo IPO.
Le SPAC hanno però un determinato limite di tempo per concludere un accordo, offrendo così agli investitori un orizzonte più breve per un possibile rialzo.
Un altro importante motivo per cui gli investitori potrebbero riversarsi sulle società veicolo è la loro caratteristica di offrire un modo per investire in società non quotate che potrebbero registrare una crescita elevata nell’immediato futuro.
Rischi: gli investitori ripongono molta fiducia negli sponsor di una SPAC per trovare una buona società target, ha proseguito Carrier; tuttavia il rischio di investire in una SPAC prima dell’annuncio di un’intesa è quello di non raggiungere un buon accordo.
I finanziamenti di uno sponsor nella SPAC e nei warrant sono entrambi fattori che potrebbero portare a una diluizione del valore dell’azienda in futuro, avverte Carrier; il costo della “promozione” di un tipico accordo SPAC costituisce il 25% dei proventi dell’IPO.
Esiste anche il rischio di investire in startup in fase iniziale e in società ‘pre-ricavi’: una volta avvenuto il voto di fusione, gli investitori non saranno più in grado di riscattare le azioni al valore patrimoniale netto e potrebbero vedere le loro azioni scendere fino a 0 dollari.
Foto di Gerd Altmann da Pixabay.