Il gigante immobiliare Signa Holding, che possiede una parte significativa del Chrysler Building di New York e una grande quota dei principali grandi magazzini della Germania, nonché parte di Selfridges di Londra e la catena Globus in Svizzera, ha presentato istanza per un’amministrazione controllata.
La mossa ha spinto i creditori di tutta Europa a valutare la loro esposizione all’impero commerciale del miliardario austriaco René Benko, secondo quanto riportato dal Financial Times. Questa complicata situazione è considerata come una delle ristrutturazioni aziendali più intricate dalla crisi finanziaria.
Secondo una dichiarazione del gruppo, ora pesantemente indebitato, Signa Holding ha richiesto l’autogestione, una procedura di diritto societario austriaco che consente all’azienda di ristrutturarsi senza cedere il controllo a un amministratore esterno. L’azienda ha ammesso che nonostante gli sforzi sostanziali, non è stato possibile garantire sufficiente liquidità per una ristrutturazione extragiudiziale.
La complessa rete di Signa, che comprende oltre 1.000 entità societarie e trust in tutta Europa, negli Stati Uniti e offshore, rimane operativa. Entità come Signa Prime, che detiene gli asset più preziosi del gruppo, sono ancora attive.
Dei 120 istituti bancari esposti a Signa, i principali creditori includono la svizzera Julius Baer e Credit Suisse, l’austriaca Raiffeisen, la Bank of China, la francese Natixis e l’italiana UniCredit. Il debito totale di Signa verso i creditori è stimato dagli analisti di JPMorgan essere almeno di 13 miliardi di euro.
L’amministrazione di Signa potrebbe disturbare il settore della vendita al dettaglio dell’Europa centrale, dato che l’azienda possiede importanti grandi magazzini nella regione. Tuttavia, alcuni di questi negozi, tra cui Selfridges e il Galeria Karstadt Kaufhof (GKK) in Germania, hanno assicurato di non essere influenzati dalle difficoltà finanziarie di Signa.
Le attività di proprietà di Signa impiegano circa 40.000 persone, secondo la presentazione dell’azienda del 2022. Si stima che gli asset del gruppo valgano 27 miliardi, con altri 25 miliardi in progetti in cantiere.
Le difficoltà finanziarie di Signa durano da oltre un anno, con un modello di business basato sul debito colpito duramente dall’aumento dei tassi di interesse. Quest’anno, il gruppo doveva restituire 1,3 miliardi ai creditori, un compito che ha faticato a portare a termine.
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Edificio Chrysler. Immagine tramite Shutterstock