Per la prima volta Mediobanca dedica uno studio a uno dei settori che trainano il lusso: i numeri delle aziende italiane e i distretti d’eccellenza
Al primo posto per ricavi svetta Bulgari Gioielli, con 870milioni di euro di fatturato, seguita a ruota da Morellato (739mln) e PGI (566mln). Poi, seguono Damiani (334mln) e UnoAerre Industries (264mln). In totale sono dieci le società a superare i 150 milioni di ricavi nel settore dei preziosi e della gioielleria. La classifica è solo la fotografia d’ingresso nel settore, scandagliato a fondo dagli analisti del Centro Studi di Mediobanca, che per la prima volta hanno realizzato un report dedicato, tra i tanti che l’istituto dedica agli asset portanti del Made in Italy.
MADE IN ITALY ANCHE SE IN MANI STRANIERE
Quello dei preziosi e dei gioielli si conferma infatti come uno dei settori chiave della nostra economia. Anche quando i campioni sono di proprietà straniera. Lo prova Bulgari, l’azienda fondata dalla famiglia romana Bulgari e ormai da lungo tempo entrata nel portafoglio del big del lusso francese Lvmh. Nonostante l’acquisizione straniera, Bulgari continua a produrre in Italia, facendo perno sul know how degli artigiani della gioielleria del nostro Paese, dove ha addirittura creato una scuola, la Academy di Valenza, nella sede delle manifatture Bulgari. La rilevanza degli operatori a controllo estero appare evidente per dimensioni più che per numerosità si tratta di 11 imprese: il valore medio dei loro ricavi nel 2023 (203mln) è triplo rispetto alle società a capitale italiano (71,3mln), per un giro d’affari aggregato di 2,2 miliardi, pari al 26,7% delle vendite complessive. Le società a proprietà estera crescono di più rispetto a quelle a controllo italiano, sia sul 2022 (+15,5% vs +0,3%) che sul 2021 (+39,3% vs +21,5%), in virtù del miglior andamento delle vendite oltreconfine, aumentate a una velocità più che doppia (+42,7% tra il 2021 ed il 2023) rispetto alle imprese a capitale italiano (+19,3%)..
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.