Apple Inc (NASDAQ:AAPL) è stata citata in giudizio a New York con l’accusa di aver ingigantito le capacità di resistenza all’acqua dei suoi smartphone.
Cosa è successo: la causa, che è stata intentata sabato presso il Tribunale distrettuale per il Distretto meridionale di New York, sostiene che le affermazioni sulla resistenza all’acqua da parte della società di Tim Cook sono “qualificate in modo insufficiente da clausole di esclusione di responsabilità scritte in piccolo”.
La causa, catalogata come class action, vede come querelante Antoinette Smith.
Il documento depositato afferma che Apple ha classificato i suoi dispositivi iPhone 11 Pro e Pro Max con il codice IP 68, promettendo impermeabilità fino a una profondità di 4 metri per un massimo di 30 minuti.
I successivi modelli di iPhone 12 sono classificati IP68 e garantiscono impermeabilità fino a una profondità di 6 metri per un massimo di 30 minuti, secondo la causa.
Perché è importante: la querelante ha affermato che i livelli di certificazione IP si basano “su condizioni di laboratorio altamente controllate, con acqua statica e pura”.
L’acqua che i dispositivi incontrano nell’uso quotidiano, tuttavia, non è né statica né pura, come indicato nell’azione legale.
“Ciò significa che ai consumatori che si trovano sul bordo di una piscina o di un oceano e i cui dispositivi subiscono schizzi o vengono temporaneamente immersi, sarà negata la copertura, poiché l’acqua conteneva cloro o sale”.
Inoltre, la causa sostiene che le esclusioni di responsabilità di Apple limitano la garanzia di un anno dello smartphone al fine di escludere i danni causati dai liquidi.
Quando un utente intende avvalersi della copertura in garanzia, il primo passo è quello di verificare se l’indicatore di contatto con il liquido è diventato rosso, segno che il liquido è entrato nel dispositivo.
Smith, residente nella contea del Bronx, ha acquistato un iPhone 8 che è successivamente entrato a contatto o è stato immerso in acqua, in modo presumibilmente compatibile con la classificazione IP del suo dispositivo.
Alla Smith è stata negata la copertura in garanzia da parte di Apple, che l’ha costretta a subire perdite finanziarie a causa dei costi di riparazione, fra gli altri danni, come sostenuto nella causa.
Smith mira a un provvedimento ingiuntivo oltre che a restitution and disgorgement (in pratica l’indennizzo e la restituzione) a favore dei membri della class action, insieme a un risarcimento dei danni patrimoniali e legali.
Questo mese il colosso tech di Cupertino è stato coinvolto in un’altra class action nella quale si accusa la società di gestire un “casinò senza licenza”.
Movimento dei prezzi: venerdì le azioni Apple hanno chiuso in rialzo dell’1,8% a 134,32 dollari.
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