Alla ricerca di una rivoluzione energetica epocale, gli esperti dell’International Thermonuclear Experimental Reactor (ITER) stanno svolgendo una missione per sbloccare il potenziale delle reazioni a fusione. Questa ambiziosa impresa ha il merito di fornire un’alternativa sostenibile e pulita ai tradizionali combustibili fossili e alla fissione nucleare. ITER significa “La Via” in latino.
A differenza della consolidata tecnologia della fissione nucleare, che alimenta numerosi reattori in tutto il mondo, la fusione è potenzialmente più potente e più sicura. Essa prevede la collisione di due particelle più piccole per formare un atomo più pesante, mentre la fissione divide atomi più grandi per generare energia. Tuttavia, la fusione produce una quantità di energia significativamente maggiore e non genera le scorie radioattive necessarie per le reazioni di fissione. Secondo il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, la fusione rappresenta una soluzione energetica più pulita ed efficiente.
ITER, un gruppo di 35 Paesi che collaborano insieme, persegue le reazioni a fusione dal 2005. Il principale centro di ricerca dell’organizzazione, con sede in Francia, si concentra sullo sviluppo di un’enorme camera di confinamento magnetico, nota come tokamak. Una volta completata, la struttura peserà più di 25.000 tonnellate e sopporterà temperature fino a 302 milioni di gradi Fahrenheit. In confronto, il sole raggiunge circa 27 milioni di gradi Fahrenheit nel suo nucleo, secondo i dati della NASA.
L’obiettivo principale di ITER è studiare e dimostrare i plasmi incandescenti, in cui l’energia delle reazioni di fusione sostiene la temperatura del plasma, eliminando potenzialmente la necessità di un riscaldamento esterno, e allo stesso tempo testare le tecnologie cruciali dei reattori a fusione e convalidare i concetti di moduli di riproduzione del trizio per i futuri reattori autosufficienti.
A causa della sua complessità, il progetto ha dovuto affrontare delle battute d’arresto, con un budget iniziale di 5,5 miliardi di dollari che è schizzato a quasi 22 miliardi. Per rispettare i tempi, gli esperti dell’impianto prevedono di saltare la prima tappa dei test al plasma, con l’obiettivo di raggiungere l’energia da fusione entro il 2035. In un’intervista a Euronews Next, Laban Coblentz, responsabile della comunicazione di ITER, ha riconosciuto la complessità del progetto, attribuendo le sfide alla natura innovativa della ricerca.
Mentre ITER affronta le sfide, anche altri team stanno esplorando progetti nucleari innovativi. Il produttore industriale di energia elettrica e nucleare Westinghouse Electric Corp. sta sviluppando un piccolo reattore a fissione che dovrebbe entrare in funzione nel 2029. Il microreattore eVinci dell’azienda è un innovativo reattore modulare di piccole dimensioni progettato per la produzione di energia pulita, affidabile e compatta. Questo microreattore offre una soluzione promettente per il fabbisogno energetico decentralizzato, sostenendo lo sviluppo energetico sostenibile e riducendo l’impronta di carbonio. La sua portabilità e la capacità di alimentare luoghi remoti fino a otto anni senza acqua lo rendono una soluzione unica ed ecologica.
Il team di ITER si ispira al processo di fusione del sole e spera di sfruttare la fusione come fonte di energia, anziché affidarsi esclusivamente ai pannelli solari, per far fronte al fabbisogno energetico mondiale e rallentare il cambiamento climatico. In un’intervista rilasciata a Euronews Next, Coblent ha sottolineato l’importanza di accelerare l’arrivo della fusione, affermando: “Più aspettiamo che arrivi la fusione, più ne abbiamo bisogno. Quindi la cosa più intelligente è: Arrivare il prima possibile”.
Mentre ITER e altri innovatori si sforzano di rivoluzionare il panorama energetico, il sogno di un’energia duratura e sostenibile si avvicina alla realtà.