Misure di stimolo negli USA, i risultati di un secondo provvedimento

Gli americani hanno adattato le loro abitudini di spesa ai sussidi previsti dal CARES Act?

Misure di stimolo negli USA, i risultati di un secondo provvedimento
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Il Bureau of Labor and Statistics ha recentemente pubblicato un rapporto che studia la portata e l’uso delle misure di stimolo al tempo della pandemia di COVID-19, andando in fondo per capire come hanno speso questi fondi gli americani che hanno ricevuto stimoli federali del CARES Act.

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Questo rapporto è stato condotto aggiungendo domande incentrate sulla ricezione e sull’utilizzo degli Economic Impact Payments al sondaggio Household Pulse Survey.

Bisogna considerare l’ambiente economico Non è la prima volta che i cittadini USA ricevono le misure di stimolo del CARES Act.

Nel 2008, il governo ha approvato l’invio di assegni agli americani.

Con il crollo del mercato immobiliare verificatosi in quel momento, “molti consumatori hanno riferito di aver utilizzato le misure di stimolo per estinguere i debiti piuttosto che utilizzarle per la spesa”, ha detto in una e-mail a Benzinga Jake Schild, economista e dottore di ricerca di BLS Research.

Schild ha fatto parte parte del gruppo di ricerca che ha prodotto il rapporto sugli assegni di stimolo.

Famiglie a basso reddito colpite più duramente Il sondaggio ha mostrato come i redditi più bassi continuino ad essere quelli maggiormente colpiti dallo scenario COVID-19; tra coloro nella fascia di reddito più basso, l’88% ha riferito che si aspettava di ricevere un pagamento e il 77% ha riferito che ha utilizzato quel pagamento per coprire le spese.

L’analista di BLS ha notato che un’ampia percentuale di lavoratori a basso reddito potrebbe non essere nemmeno a conoscenza di essere ammissibile al pagamento.

Comportamenti di spesa La maggioranza degli intervistati (59%) ha riferito che ha utilizzato le misure di stimolo principalmente per pagare le spese. Agli intervistati è stato quindi fornito un elenco delle possibili categorie di spesa, in base alla quale gli intervistati hanno riferito che hanno speso l’assegno per il cibo (66%), seguito dai servizi pubblici e di telecomunicazioni (50%), forniture domestiche e cura della persona (47%).

Comprendere l’ambiente e l’evoluzione della situazione è importante, ha detto Schild.

“Man mano che cambiano le loro esigenze, cambieranno anche i loro comportamenti di spesa; pertanto il modo in cui gli intervistati hanno riferito di aver utilizzato il primo ciclo di pagamenti non sarà necessariamente di aiuto per predire in maniera accurata come verrà utilizzato un secondo ciclo di pagamenti”.

Il rapporto ha anche rilevato che fra coloro che hanno ricevuto l’assegno, quelli della generazione X erano quelli più propensi a utilizzarlo per le spese, mentre gli intervistati più anziani avevano maggiori probabilità di risparmiarlo.

Seconda ondata di pagamenti in vista? Schild ha notato altre ricerche fatte, incluso un rapporto di Bankrate.com, che mostra che il primo round di pagamenti non è stato sufficiente per convincere gli americani, e che è necessaria una seconda misura.

L’economista ha anche sottolineato che i servizi di consegna generi alimentari hanno registrato un enorme aumento degli utenti e un maggiore numero di persone acquista online i prodotti che prima della pandemia avrebbero acquistato di persona. Ulteriori ricerche saranno importanti per vedere se i comportamenti di acquisto adottati durante questi ultimi mesi continueranno, ha concluso Schild.