Investimenti: ecco perché il Giappone può essere il “buy” del 2022

Investimenti: ecco perché il Giappone può essere il “buy” del 2022
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Nel Sol Levante lo stress da inflazione e tassi è sconosciuto, gli utili aziendali corrono e le azioni sono valutate a multipli molto più bassi che in Usa e anche in Europa. Un caso di “buy low” per l’anno che arriva

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Nel Pianeta Terra dei mercati c’è un’isola felice che non conosce le crisi di nervi che affliggono gli investitori americani e europei in quest’ultimo scorcio dell’anno, causate dall’inflazione che corre ai massimi da decenni e da banche centrali, a cominciare dalla Fed, che si preparano a tirare il freno dei tassi non si sa quanto bruscamente e quanto a lungo nel 2022 e 2023. Si chiama Giappone, dove i prezzi al consumo sono allo zero virgola nonostante bruci gas, petrolio e materie prime come le altre grandi economie, e dove una stretta monetaria è l’ultimo dei pensieri che passa per la testa del banchiere centrale Haruhiko Kuroda. Intanto gli utili aziendali puntano per l’anno in corso a una crescita del 40% mentre la politica dei dividendi è generosa con un rendimento di oltre il 2%, quasi il doppio di quello americano. Eppure il 2021 non è stato un granché in termini di performance del mercato azionario giapponese. L’indice Nikkei della Borsa di Tokyo è sopra il livello del 1 gennaio di un modesto 5%, che per un investitore americano o europeo vale ancora di meno, visto che lo yen nel 2021 ha perso circa il 10% contro dollaro e poco meno rispetto all’euro.

TRASCURATO DAGLI INVESTITORI

Il Sol Levante da decenni è trascurato dagli investitori globali, disaffezionati per la lunghissima stagnazione economica e dalla deflazione che ha fatto seguito alla bolla degli asset di oltre trent’anni fa, quando il Nikkei sfiorò la vetta dei 40.000 punti mentre ora viaggia ancora a 30.000, nonostante sia ai massimi da qualche anno, e il metro quadrato in centro a Tokyo valeva 350 volte quello di Manhattan, mentre le corporation nipponiche si lanciavano nello shopping sfrenato di immobili di prestigio a New York City. Ma ora sembra sia in corso un ripensamento diffuso: dalle grandi banche d’investimento ai grandi investitori istituzionali soprattutto americani ma non solo, arriva l’indicazione che è arrivata l’ora dell’azionario giapponese, che nel 2022 dovrebbe riuscire a chiudere il gap che ancora lo separa dalle piazze del mondo sviluppato, a cominciare da Wall Street…

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Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.