Per Mark Dowding, CIO di BlueBay, se i rendimenti USA a 10 anni si muovessero in modo rapido in area 1,75%, l’S&P potrebbe correggere del 5% o più e trascinare al ribasso i corporate bond e i mercati emergenti
Dopo aver toccato un minimo nello scorso mese di agosto, i rendimenti statunitensi sono cresciuti di oltre 50 punti base dall’inizio del 2021, raggiungendo i massimi degli ultimi 12 mesi: un movimento che si è propagato anche agli altri mercati globali. Nello scenario attuale, nel quale il virus perde terreno e l’outlook economico sembra rasserenarsi, c’è l’impressione che la velocità e l’ampiezza del recente rialzo dei rendimenti stia preoccupando le banche centrali e che queste, nel caso in cui tali trend dovessero persistere, siano intenzionate a intensificare la propria comunicazione verbale nei prossimi giorni.
GLI INVESTITORI GUARDANO AL FUTURO
Tuttavia le iniziative sul fronte della politica fiscale potrebbero contare ancor più delle parole dei banchieri centrali. “È vero che la Fed intende scongiurare una repressione prematura delle condizioni finanziarie, se non altro perché la pandemia è tutt’altro che debellata mentre la disoccupazione resta elevata. Ma è altrettanto vero che gli investitori guardano al futuro e non si può escludere che il numero di coloro che si aspettano rendimenti obbligazionari più elevati possa continuare a superare quello di coloro che si aspettano un rally sui mercati”, fa sapere Mark Dowding, CIO di BlueBay…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.